Eventi e Cultura
di Elisa Mori
Nel pomeriggio di ieri si è svolto il vernissage del secondo appuntamento, nell’ambito del format “Grandi Gallerie al Museo”, ideato dall’Associazione Arte Contemporanea Picena, presso la Galleria d’Arte Contemporanea “Osvaldo Licini” ad Ascoli Piceno.
È la volta della prestigiosa Galleria Umberto Di Marino di Napoli, storica realtà nel panorama nazionale delle gallerie d’arte contemporanea, che vanta al suo attivo oltre venticinque anni di attività, prima a Giugliano e poi nel capoluogo partenopeo.
La galleria napoletana è oggi una vera e propria impresa di famiglia, che vede impegnati i fratelli Enzo e Giosuè, insieme al padre Umberto e alla madre, fortemente animati dalla volontà di costruire un personale e passionale percorso nei territori dell’arte contemporanea, aperti ai nuovi linguaggi, alle nuove formule visive nonché ad esponenti dell’arte nazionale e internazionale.
Un posto come un altro dove appendere il cappello è il titolo della rassegna che intende ripercorrere gli anni di attività della galleria, con una selezione di nomi autorevoli quali Elena Bajo, Marc Breslin, Yaima Carrazana, Jota Castro, Santiago Cucullu, Alberto Di Fabio, Eugenio Espinoza, Bruna Esposito, Luca Francesconi, Simon Fujiwara, Francesca Grilli, Satoshi Hirose, Mark Hosking, Francesco Jodice, Runo Lagomarsino, Ana Manso, Pedro Neves Marques, Gian Marco Montesano, Hidetoshi Nagasawa, Vettor Pisani, Marco Raparelli, André Romão, Giulio Scalisi, Eugenio Tibaldi, Vedovamazzei e Sergio Vega, che consentono di attraversare e investigare la contemporaneità in tutte le sue declinazioni.
La mostra da l’idea di come la galleria sia stata, e sia tuttora, una sorta di laboratorio di pensiero, un luogo in cui si intrecciano relazioni professionali, ma anche intellettuali ed umane. Molte le tematiche e le ricerche portate avanti dagli artisti presenti in mostra, dalle trasformazioni del paesaggio in chiave antropologica ed economica alla rilettura di fenomeni geopolitici, dal post-colonialismo al fallimento del Modernismo, tanto per citarne alcune.
L’esposizione, come in altre occasioni che hanno visto protagonista la Galleria Di Marino, offre l’opportunità per nuovi spunti di riflessione e di dialogo sul contemporaneo, così come offre la possibilità di far dialogare gli artisti in mostra con i capolavori liciniani della raccolta permanente.
La mostra è accompagnata da un catalogo che ripercorre le fasi più salienti della costruzione e dello sviluppo negli anni della galleria napoletana, con un pregevole apparato iconografico delle opere esposte e con alcune testimonianze degli artisti che hanno lavorato con la stessa.
La pubblicazione riporta anche un’interessante riflessione sulla fisionomia che la Galleria Di Marino potrebbe assumere nel prossimo futuro, trasformandosi in una home-gallery, nella quale potrebbero convivere la dimensione lavorativa con quella familiare, i depositi con l’archivio rendendoli fruibili al pari delle mostre temporanee, così come alcuni scorci della raccolta di famiglia; insomma un concept che tenda a riportare tutto nell’ambito di uno spazio abitativo/espositivo, consentendo al visitatore di entrare in una dimensione privata di questa nuova ipotetica realtà.
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autore Elisa Mori ****