'Let me live. I want to play the piano': l'arte astratta di Flavia Guerrieri in mostra ad Ascoli Piceno
di Redazione Picenotime
mercoledì 14 maggio 2025
Dal 17 al 24 maggio 2025, la Sala Cola
dell'Amatrice di Ascoli Piceno ospita la mostra personale di Flavia
Guerrieri, giovane artista ascolana, intitolata "Let me live. I
want to play the piano". Un’esposizione intensa e visionaria
che raccoglie diciannove opere astratte articolate in due nuclei
distinti ma complementari. “Un altro appuntamento con l’arte –
spiega il sindaco Marco Fioravanti – firmato da un’artista
ascolana. Siamo molto felici di ospitare la mostra di Flavia
Guerrieri, che arricchisce l’offerta culturale della nostra città
e permette a una giovane del nostro territorio di trovare il giusto
spazio d’espressione”.
Al centro dell’esposizione, un gruppo
di quadri dominati da rossi e neri esplora la rottura dello spartito,
inteso come simbolo dell’ordine formale. Qui la pittura diventa
gesto urgente, crepa, grido visivo. Attorno, in un movimento più
lieve e sospeso, un secondo nucleo si affida ai toni chiari per
evocare una musica interiore fatta di sussurri, memorie e lente
risonanze emotive.
"Questo percorso espositivo - afferma
l'artista Flavia Guerrieri - nasce dall’ascolto di ciò che non può
essere detto. Ogni quadro è una finestra aperta su uno stato
mentale, una risonanza del vissuto, un tentativo di catturare
l’istante prima che svanisca. Non rappresenta il mondo, ma lo
spazio interiore che lo attraversa: tensioni, silenzi, intuizioni. È
una pittura che non spiega, ma evoca". A presentare la mostra
anche Carlo Bachetti Doria, critico e docente presso l’Università
di Camerino e l’Accademia Poliarte Rainbow di Ancona: “Flavia
Guerrieri approccia alla pittura astratta esprimendo il proprio stato
animo attraverso un confronto intenso, potente e al contempo
raffinato, con la materia pittorica e lo spazio del quadro. Le sue
opere sono racconti emotivi, composizioni di segni che documentano
l'irruenza del gesto marcato o la lievità di una velatura che
permette la visione di altro. Un alfabeto di grafemi o una partitura
di segni sgocciolati come lacrime, il sangue dell'anima come le
chiamava Sant'Agostino, che vanno letti, o per meglio dire "sentiti",
attraverso una visione scevra da ogni preconcetto, meditativa, il
miglior modo di visitare gli straordinari paesaggi dell'anima di
Flavia Guerrieri”.
“Let me live. I want to play the piano” è
allora un’esortazione alla libertà dell’immaginazione, alla
potenza del gesto, alla fragilità dell’essere. Una mostra da
abitare come si ascolta una musica mai scritta: lasciandosi toccare,
anche solo per un attimo, da ciò che non si può afferrare. La
mostra è promossa dal Comune di Ascoli Piceno.
L’artista
Flavia Guerrieri ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma e si è laureata cum laude in Storia dell’arte presso l’Università di Bologna. Ha approfondito la sua ricerca alla Bauhaus Universität di Weimar e ha recentemente pubblicato il saggio "La pagina svelata. Il libro nella storia dell’arte". Attiva anche nel campo della didattica, conduce corsi di pittura per adulti e bambini con un forte interesse per l’arte-terapia.
Vernissage: Sabato 17 maggio ore 18:00
Orari: Lunedì - Sabato|
17:00-20:00 - Domenica l 10:00-13:00, 16:00-19:00
Ingresso libero
Testo critico di Carlo Bachetti Doria sull’artista Flavia Guerrieri
Nel panorama della pittura astratta contemporanea, Flavia Guerrieri si distingue per un approccio intensamente emotivo e fisico alla materia pittorica. La sua opera non è solo immagine, ma esperienza, racconto intimo che si fa spazio e gesto. Guerrieri affronta il quadro come un campo di tensione, dove l’anima incontra la materia in un confronto che è al tempo stesso potente e delicato, irruento e meditativo.
I suoi lavori sono racconti emotivi che prendono forma attraverso una grammatica di segni: tratti marcati che rompono la superficie, velature trasparenti che lasciano intravedere altri livelli di senso, come se la pittura stessa respirasse. In queste stratificazioni, l’artista costruisce un linguaggio personale, un alfabeto visivo fatto di grafemi, gocce, tracce — un lessico dell’anima che si offre allo spettatore non per essere semplicemente "guardato", ma per essere profondamente sentito. Come in una partitura musicale, ogni segno è nota di un’emozione, e il quadro si fa partitura silenziosa di un mondo interiore. Le colature, simili a lacrime, ricordano le “lacrime dell’anima” di cui parlava Sant’Agostino: tracce visibili di una presenza invisibile, il sangue emotivo che fluisce dal cuore alla tela. La pittura di Guerrieri è dunque un atto di verità, un esercizio di sincerità estrema che chiama lo spettatore a una visione libera, priva di preconcetti, capace di accogliere il silenzio, l’intensità e la fragilità che permeano ogni opera. Visitare l’opera di Flavia Guerrieri significa immergersi in paesaggi emotivi straordinari, esplorare territori dell’invisibile dove la pittura non rappresenta, ma rivela. È un invito a entrare in uno spazio altro, in cui materia e spirito si fondono in una pratica artistica autentica, radicale, eppure sottilmente poetica.
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