Ascoli Piceno, al Teatro PalaFolli in scena la prima di ''Funamboli''
di Redazione Picenotime
sabato 09 gennaio 2016
A quasi un anno dall’avvio del Progetto Famigliedicuore, Domenica prossima 10 Gennaio 2016, verrà proposta ed offerta al territorio, insieme alle tappe del percorso fatto finora, un’occasione “originale” di riflessione e conoscenza del mondo dell’adozione.
Al Palafolli, alle 17,30 sarà in scena per il debutto, la prima di “FUNAMBOLI”, performance teatrale dentro il viaggio adottivo realizzata da “La Casa di Asterione” (Francesca Calogiuri, Marco Santamaria, Francesca Piccioni, assistente alla regia Mara Mancini, regia di Paola Lucidi) con la collaborazione tecnica del Laboratorio Minimo Teatro.
Si tratta di una rappresentazione originale in cui troveranno voce e forma tante emozioni e realtà che si vivono nelle varie tappe dell’affascinante “viaggio adottivo”. Una modalità nuova, diversa, che fa seguito a seminari, convegni e feste, per ribadire il ruolo fondamentale della famiglia quale luogo privilegiato per la costruzione quotidiana di una società libera da recinti etnici e culturali.
Creata appositamente per il Progetto Famigliedicuore, la performance teatrale ha infatti lo scopo di promuovere sul territorio provinciale, attraverso il linguaggio artistico, una sensibilizzazione sul mondo dell’adozione, peculiare espressione della cultura dell'accoglienza e della gratuità in un contesto teso all’inclusione sociale.
L’evento, a carattere gratuito, è promosso dalle associazioni AFNonlus e UNAFAMIGLIAPERTUTTI onlus, e realizzato insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno con il patrocinio del Comune di Ascoli Piceno, della Provincia di Ascoli Piceno e dell’Ufficio Scolastico Regionale – Ufficio IV per le province di Ascoli Piceno e Fermo.
FUNAMBOLI - Note di regia di Paola Lucidi
Oggi si parla molto del concetto e della definizione di famiglia, tanto che a molti potrebbe apparire superfluo, o meglio superato parlare di famiglia adottiva..... in fondo in un mondo così pieno di gravi problematiche perché mai si dovrebbe discutere di un sogno che si avvera: un bimbo che trova casa e due adulti che trovano un figlio ?
Come detto da una delle madri della performance: “Un unico, grande, ricorrente pensiero, da parte della gente: ve lo siete cercato, l’avete voluto voi, mo’ pedalate e zitti e buoni.”
In FUNAMBOLI il viaggio adottivo viene rappresentato dal momento dell’attesa, ovvero dal momento in cui i due vuoti, le due mancanze, quelle degli adulti e quello dei bambini, si incontrano per colmarsi.
Volutamente per evitare che le problematiche degli adulti divenissero centrali, in FUNAMBOLI si è cercato di evitare di scandagliare i motivi e le motivazioni che inducono una coppia ad adottare un bambino: il tema essenziale della rappresentazione è mostrare le difficoltà di costruire un rapporto GENITORI/FIGLI soprattutto alla luce di un incipit “diverso”.
FUNAMBOLI quindi non parla solo del viaggio adottivo, non mostra solo l’attesa, l’incontro o il tentativo costante e continuo di costruire un rapporto basato sull’accoglienza e su una fiducia spesso difficile da conquistare.
FUNAMBOLI parla anche e soprattutto di Famiglia, parla di genitori e di figli, mostrando le difficoltà ed i limiti di entrambi.
Chi percorre il viaggio adottivo, per scelta propria o per decisione altrui come succede per i bambini, sa bene che nulla è scontato. Il disagio dato dal sentirsi incompleti, la paura di non riuscire, di essere inadatti, il dolore di non sentirsi parte di qualcosa o di non riconoscersi in qualcuno, mostrano in tutta la sua bellezza cosa è una Famiglia.
Traendo spunto da testimonianze dirette, vere, la performance cerca di rendere visibile alcuni aspetti del percorso e lo fa evitando di proposito i colpi di scena, i toni eccessivi, cercando di mostrare una quotidianità di rapporto scevra da ogni necessità di sbalordire.
Viaggiare per un po’ attraverso la complessità dei figli, il dolore, il coraggio, l’accoglienza, la condivisione della scelta, la forza di provare, il continuo mettersi in discussione per il bene di sé e degli altri significa capire un po’ di più che l’adozione è un’esperienza che non finisce con l’arrivo del figlio, ma che è un viaggio che continua anche dopo, un viaggio verso la costruzione di una famiglia e di una identità.
FUNAMBOLI forse in parte ricorderà al pubblico cosa vuol dire essere stato figlio e cosa vuol dire essere un genitore.
FUNAMBOLI è: Un’altalena, una nuova vita che sale di colpo e che ti porta giù, a sentire le tue difficoltà di nuova mamma e di adulta che si riscopre velocemente nei dubbi di colei che cresce un figlio nato da altri, un figlio che dalla sua altalena ti vuole e ti respinge, anche lui sale in alto e scende giù, che ti ama e che ti odia.
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