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''Il tarlo'', il documentario sul falegname Francesco Diletti che sbarca a Cannes

di Redazione Picenotime

mercoledì 17 maggio 2017

Il tarlo è un insetto che attacca e si nutre della polpa del legno; lo stesso termine, nel gergo comune, viene spesso usato per indicare un pensiero persistente, un chiodo fisso. La programmazione software, le bocce, il restauro di antichi orologi, gli scacchi e soprattutto il legno sono alcune delle passioni passate e presenti del protagonista di questo ritratto: Francesco Diletti . Apparentemente distanti tra loro, questi interessi sono legati da quella che lui definisce voglia di “ far lavorare il cervello ”; in qualsiasi campo, la logica e il calcolo, sono le sue prerogative. Per tutta la vita si è dedicato alle sue attività preferite senza risparmio, raggiungendo spesso gli obiettivi che si era prefisso con impegno e dedizione. A testimonianza di ciò è stato anche campione italiano di bocce al volo e, contemporaneamente, nella sua bottega, completava i restauri di complessi orologi e mobili d'epoca.

Ancora oggi, alla soglia dei suoi novant'anni, Francesco lavora il legno nel suo laboratorio e da un angolo della stanza si sente il picchiettare del tarlo. Questo è il soggetto del nuovo documentario biografico indipendente ideato e girato da Paolo Buatti , che a quattro anni di distanza da “Il museo chiude quando l'autore è stanco” torna a cimentarsi nella produzione di un cortometraggio. Girato nell'arco di tre anni, dal 2013 al 2015, “Il tarlo” vede la luce alla fine del 2016, mentre a gennaio 2017 arriva la notizia che sarà inserito nel Catalogue du Court della 70esima edizione del Festival di Cannes perché selezionato tra i cortometraggi fuori concorso dello Short Film Corner, come già accaduto per il documentario d'esordio.


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Francesco Diletti , nato a Santa Vittoria in Matenano (1927), dopo un diploma in ragioneriansi dedica alla carriera militare fino a raggiungere il grado di sottotenente di complemento. Al termine di questa esperienza fa ritorno al suo paese di origine e trova occupazione come segretario ragioniere economo in un istituto tecnico commerciale. Parallelamente ha sempre coltivato le sue molte passioni come bocce, scacchi, enigmistica, restauro e soprattutto il legno. Attualmente vive ad Ascoli Piceno.

Paolo Buatti , nato ad Ascoli Piceno (1983) laureato in Disegno Industriale e Ambientale si trasferisce a Roma nel 2006 dove inizia la sua carriera come grafico editoriale. Negli anni successivi si focalizza su web e motion graphics mentre parallelamente coltiva la passione della fotografia. Nel 2012, con l’aiuto di due amici, Luca Marino e Davide Luciani, gira e realizza il suo primo documentario, dal titolo “Il museo chiude quando l’autore è stanco” ( pagina FB ) sull’arte di Fausto Delle Chiaie, selezionato allo Short Film Corner del Festival di Cannes 2013. Attualmente si occupa di montaggio trailer per il cinema e della progettazionengrafica di Blu-ray/Dvd cinematografici.


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