Palazzina Azzurra, torna il Festival di Musica e Liuteria
di Redazione Picenotime
giovedì 14 agosto 2014
Ai nastri di partenza l’ VIII° Festival di Musica e Liuteria edizione che, sotto la Direzione Artistica della violoncellista Daniela Tremaroli, per il quarto anno consecutivo ha ottenuto una “Medaglia Premio di Rappresentanza” dalla Presidenza della Repubblica che ha voluto destinare all’iniziativa, giudicata particolarmente meritevole, il prestigioso riconoscimento.
L’evento è inoltre patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero dei Beni Culturali, dall’Assemblea Legislativa delle Marche e dalla Giunta Regionale, oltre che dalla Provincia di Ascoli Piceno e dal Comune di San Benedetto del Tronto.
Con questa edizione, che si terrà alla Palazzina Azzurra ad ingresso libero, si continua nel filone delle scorse edizioni e cioè nelle celebrazioni riguardanti alcuni illustri concittadini sambenedettesi, spesso personaggi straordinari, che in ogni tempo si sono distinti nell’arte musicale e liutaria e che, quasi sempre, sono stati dimenticati.
L’edizione 2014 vuole rendere omaggio ad un grande collezionista di strumenti musicali: Paolo Falciani (Appignano del Tronto 22 gennaio 1924 – Ascoli Piceno 6 marzo 2003).
Intorno ai quindici anni, Falciani iniziò a frequentare la bottega del liutaio ascolano Costantino Celani. Successivamente studiò il violino. Come liutaio costruì due soli violini e fece alcuni restauri, ma diede alla liuteria locale un importante contributo attraverso l’organizzazione, assieme al violinista Gioacchino Pasqualini, delle storiche mostre di liuteria svoltesi ad Ascoli Piceno negli anni Cinquanta e Sessanta.
Grande esperto di liuteria, dedicò l’intera sua esistenza alla ricerca di strumenti musicali, riuscendo a collezionare un’imponente raccolta di pezzi provenienti da tutta Italia, con particolare attenzione per le opere degli artefici del Piceno.
La mostra, la cui realizzazione è stata possibile grazie alla generosità della famiglia ed in particolare dell’Avvocato Giuseppe Falciani, resterà aperta tutti i giorni dalle ore 18 alle 23; assieme a questa vi sarà una esposizione di violini, viole, violoncelli, chitarre e clavicembali di liuteria Picena realizzati da Vincenzo Agostini, Emanuele Bramante, Cesare e Piero Castelli, Luigi Ciotti, Giulio Fratini, Walter Gentili, Guido Leoni, Pier Filippo Melchiorre, Emidio Pignotti, Giuseppe Quagliano, Luigi Sabbatini, Albino Scarpantoni, Remo Schiavi, Gianni Tribotti, Ezio Tanzi e molti altri.
Il programma della manifestazione prevede:
- sabato 16 agosto 2014 inaugurazione della mostra alle ore 19;
- domenica 17 alle ore 21,30 concerto dell’”Ensemble Chitarristico Piceno”(Luigi Travaglini, Luigi Sabbatini, Eleonora Canzian, Cristina Verdecchia, Samanta Corradetti, Irene Cardi, Lorenzo Grassi, Giulia Di Luigi, Enrico Antonini e Renato Ciapanna);
- lunedì 18 alle ore 21,30 il laboratorio: “Come costruire una chitarra”;
- martedì 19 alle ore 21,30 presentazione del libro, moderatore il musicologo Claudio Giovalè, “I Musicisti Piceni tra il XVIII e il XXI secolo - Cronache Musicali Picene ed altre storie” di Marco Pietrzela, Capponi Editore ed a seguire “La Compagnia del Saltarello” in “Musica popolare del Piceno” (Alessio Cruciani organetto a due bassi, Carlo Cruciani voce, chitarra e ballo, Stefano Curzi bassotuba, voce e ballo, Alfredina Favata voce e ballo, Alessandro Liberi violino, Annunziatina Massicci voce e ballo, Assunta Coccia ballo, Edo Orazi percussioni, Matteo Papagna violino e Marco Pietrzela flauti e ballo) ;
- mercoledì 20 alle ore 21,30 il laboratorio: “Come costruire un violino” ed il seminario: “Il Bassetto Piceno, uno strumento arcano”.
In caso di maltempo i concerti si terranno presso il Teatro Concordia.
L’”Ensemble Chitarristico Piceno” nasce dal felice risultato di un’iniziativa intrapresa dai professori Luigi Travaglini e Luigi Sabbatini: riunire varie generazioni di chitarristi, concertisti e didatti di provata esperienza, giovani concertisti emergenti e giovanissimi studenti scelti tra i più meritevoli, al fine di creare una formazione unica nel proprio genere.
Nel giro di pochi mesi, grazie ad un lavoro intenso e capillare, si è venuto a creare un insieme coeso di musicisti in grado di interpretare un repertorio musicale che spazia dalle composizioni originali per ensemble di chitarre, alla musica di derivazione popolare, fino alle trascrizioni del miglior repertorio della musica classica europea, dal Barocco fino ai giorni nostri.
L’abilità di poter affrontare un assortimento di brani musicali così diversificato nasce dal peculiare risultato timbrico frutto dell’armonizzazione di molte chitarre classiche, una sonorità intima e calda che in pochi istanti può radicalmente variare, diventando più squillante e chiara.
La capacità, tipica della chitarra, di poter donare ad un brano innumerevoli riflessi timbrici e sfumature espressive, viene esaltata dal gruppo, e completata da una presenza sonora più marcata e piena.
Già da più di un anno l’”Ensemble Chitarristico Piceno” è impegnato in un’intensa attività concertistica, grazie alla quale ha riscosso numerosi consensi da parte del pubblico e dei musicisti che hanno assistito alle sue esibizioni.
I componenti dell’Ensemble sono: Luigi Travaglini, Luigi Sabbatini, Eleonora Canzian, Cristina Verdecchia, Samanta Corradetti, Irene Cardi, Lorenzo Grassi, Giulia Di Luigi, Enrico Antonini e Renato Ciapanna.
Verrà presentato al Festival di Musica e Liuteria il bel lavoro di Marco Pietrzela, una ricerca sulla storia della musica e degli eventi musicali che hanno caratterizzato il Piceno negli ultimi secoli. La ricerca rappresenterà, per la cura e la passione profusa in essa dall’autore, un sicuro punto fermo per tutti gli studiosi e gli appassionati di musica. A seguire una performance de “La Compagnia del Saltarello”.
Forse non tutti sanno che il Saltarello Marchigiano è un ballo popolare arcaico diffuso soprattutto tra le popolazioni rurali dell'Italia Centrale.
Etimologicamente il Saltarello può derivare dalla "saltatio" latina: un ballo autoctono molto diffuso a Roma fin dai primi secoli (una "saltazione" armata fu istituita da Romolo al tempo del Ratto delle Sabine), tanto che il termine latino "saltare" fu ampliato fino a significare "ballare".
Seppur con influenze etrusche, la "saltatio" nel Lazio latino, fu espressione etnica delle popolazioni agresti. Le "saltationes" di stampo rurale, per tutto il Medioevo, furono considerate danze vivaci, eseguite con varie combinazioni di ballerini.
La principali fonti storiche documentali relative a tale danza sono quelle conservate al British Museum; un’intavolatura del 1300 e l'opera di Antonio Cornazano "Libro sull'arte del danzare" del 1465 in cui il Saltarello viene definito "Balo da villa".
Altresì è noto che alcuni autori utilizzarono nelle loro composizioni "classiche" forme musicali riconducibili al Saltarello. Tra essi ricordiamo: Domenico Cimarosa (1749-1801) e Felix Mendelssohn (1809 - 1847); nelle Marche il pesarese Gioachino Rossini (1792 - 1868), il fanese Gaetano Brunetti (1744 - 1798), il tolentinate Giuseppe Zonghi (1820 - 1904), il maceratese Lino Liviabella (1902 - 1964), il montegiorgese Domenico Alaleona (1881 - 1928) e il petriolese Giovanni Ginobili (1892 - 1973).
Oggi si riscontrano diverse varietà di saltarello sviluppatesi nel corso dei secoli a cavallo e lungo le valli che a pettine scendono dall'Appennino centrale verso l'Adriatico. Un fenomeno che merita di essere capito e che quindi va documentato e studiato in maniera più approfondita e sistematica.
La “Compagnia del Saltarello” di Ascoli Piceno è una associazione culturale che ha tra i suoi scopi principali quello della ricerca sul campo delle tradizioni musicali popolari Picene e quello della divulgazione di questo straordinario patrimonio di origine arcaica legato anche al ciclo dei lavori agricoli (mietitura, trebbiatura, scardozzatura, vendemmia, raccolta delle olive, ecc.) del quale purtroppo, specialmente le giovani generazioni, non conservano alcuna memoria, a causa di un annientamento sistematico, in gran parte iniziato dal secondo dopoguerra, della cultura contadina, sacrificata sugli altari del processo di industrializzazione.

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