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''Chiedimi chi erano i Beatles'', Pier Luigi Bersani presenta alla pinetina di Spinetoli il suo nuovo libro

di Davide Ciampini

giovedì 26 giugno 2025

Il futuro dell'Alleanza Atlantica, i giovani e le prospettive del pontificato di Papa Leone XIV. E' un Pier Luigi Bersani a tutto tondo quello che ha presenziato alla Pinetina di Pagliare del Tronto in occasione della presentazione del suo ultimo libro 'Chiedimi chi erano i Beatles'. Il panegirico nasce dall'incontro con numerosi giovani, con cui l'ex segretario del PD ha conferito nel corso degli ultimi anni. Alla presenza dei numerosi astanti - militanti, giovani e aficionados -, Bersani ha esposto il suo punto di vista rispetto alle tematiche più disparate, aprendo così un confronto intergenerazionale sui temi cogenti del Paese. L'incontro nasce grazie al contributo della Libreria Rinascita di Ascoli Piceno, in sinergia con il comune di Spinetoli.

"I modi di fare di Papa Francesco - ha esordito Pier Luigi Bersani in merito al lascito del Pontefice emerito -, ci hanno spesso fuorviato, portandoci a sottovalutarne il pensiero. La sua personalità estemporanea ha infatti offuscato le sue preziose parole, di cui oggi apprezziamo la lungimiranza. Se leggiamo le encicliche, scritte certamente in un linguaggio pastorale, troviamo considerazioni assolutamente puntuali. La prima è la cosiddetta guerra mondiale 'a pezzi', concetto ribadito sovente dal vecchio Pontefice. A ciò si aggiunge la questione della tecnica e profitto, che crea disarticolazione e 'scisma tra individuale e collettivo'. Io credo invero che lui abbia visto il salto tecnologico in atto, che si ricollega alla globalizzazione da cui consegue grande impoverimento di fasce di popolazione. Un problema che non riguarda chi, oggi, produce armi. Sono rimasto impressionato - prosegue - da quanto asserito ieri da Papa Leone, il quale ha condannato seccamente la guerra. 'Mercanti di morte' li ha definiti così il nuovo Pontefice. Al netto della guerra, le sfide attuali sono molteplici: l'intelligenza artificiale, l'energia e le terre rare. Prima di trattarle, però, è bene chiarire un concetto da un punto di vista etimologico. Abbiamo invero chiamato 'progresso' il connubio tra avanzamento della civiltà umana e crescita tecnologica; gli anni '80 e '90 sono stati gli anni dell'ottimismo, in cui si evidenziano le vittorie plebiscitarie del centrosinistra. Beninteso, un salto tecnologico non implica necessariamente un miglioramento delle condizione umane. Sarebbe auspicabile, a tal proposito, una sorveglianza rispetto alle tecnologie incipienti e prossime venture. Penso ad esempio a Google e alla sua influenza nelle nostre vite. Sotto questo aspetto, condivido l'opera di regolamentazione europea. Il ruolo della politica non deve essere sottovalutato in quanto da essa devono arrivare le giuste risposte alle problematiche che attanagliano il Paese. Quali? Disboscamento del precariato, formazione obbligatoria e un secco 'basta' al ricatto contrattuale semi-schiavistico. Dobbiamo avere un'idea chiara, circostanziata, di un futuro giusto. Ritengo pertanto l'intento di aumentare al 5% di PIL le spese militari lunare. Così facendo, andremo a rimpinguare le casse americane attraverso il riarmo. Otterremo pertanto una spesa ingente (400 miliardi da qui al 2035, ndr.) a discapito dello stato sociale, alimentando così la disgregazione. Nel momento in cui parliamo sono in corso dei progetti per la costruzione di caccia di 6° generazione, più efficienti degli attuali F35. Un progetto che verosimilmente vedrà la luce tra circa dieci anni. Ciò detto, non sono certo ostile al tema della difesa europea: noi dipendiamo - in tutto e per tutto - dagli Stati Uniti. L'Europa non ha un meccanismo satellitare di difesa missilistica. Nel caso qualcuno ci dovesse attaccare, dovremmo appellarci a Washington. Ritengo quindi necessaria l'attuazione di un sistema quale quello siffatto, possibilmente a debito comune. L'arrivo di Trump - ha infine chiosato Bersani - ha creato una reazione convulsa, specialmente in Canada e Australia, dove si sono invertite le tendenze elettorali. In Europa questo non è avvenuto: si segnala infatti una recrudescenza di sovranismi, che hanno in Trump il loro faro".



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