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Ascoli Piceno, monografica di Riccardo Baruzzi per la seconda edizione del Premio Osvaldo Licini by Fainplast

di Elisa Mori

sabato 03 dicembre 2022

Aperta la mostra del vincitore, Riccardo Baruzzi, della seconda edizione del Premio Osvaldo Licini by Fainplast presso la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini di Ascoli Piceno.

Hanno preso parte al vernissage il sindaco Marco Fioravanti, il presidente di Arte Contemporanea Picena, Andrea Valentini, associazione promotrice del premio, Roberta Faraotti, per l’azienda Fainplast, main sponsor della rassegna, Alessandro Zechini, curatore della mostra e l’artista.

Il premio nasce dalla volontà congiunta dell’associazione Arte Contemporanea Picena e della Fainplast, in collaborazione con il Comune di Ascoli Piceno e con la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini, con l’obiettivo di valorizzare la ricerca pittorica contemporanea in Italia all’interno dello spazio museale dedicato proprio al Maestro Licini.

Il curatore della mostra Alessandro Zechini afferma: “la mostra evidenzia un Baruzzi funambolo, che rimane in equilibrio sul filo della ricerca artistica contemporanea, utilizzando nelle sue opere un misto di rapidità e lentezza. Con uno sguardo laterale, fuori dalla sicurezza della storia dell’arte, l’artista crea nuovi paesaggi, composti da alberi mutanti, spaventapasseri o reti da pesca che permettono allo spettatore di rigenerare la sua visione sul presente.”

Anche Roberta Faraotti, alla guida insieme al fratello Daniele e al padre Battista di Fainplast, main sponsor del Premio e azienda ascolana leader mondiale nella produzione di compound, che da sempre sostiene e valorizza l’arte, la storia e la cultura del territorio, aggiunge: “il Premio Osvaldo Licini by Fainplast vuole essere una rassegna che volge lo sguardo al contemporaneo, indagando le molteplici sfaccettature dell’attuale pittura italiana, con l’obiettivo di premiare i nuovi interpreti del mondo dell’arte, che proprio attraverso il medium, usato dal Maestro Licini, hanno trovato la propria cifra stilistica”.

Al Premio Osvaldo Licini by Fainplast va il plauso del Sindaco Marco Fioravanti, che evidenzia l’importanza di una iniziativa che promuove le multiformi espressioni dei linguaggi del contemporaneo presso la Galleria d’Arte Contemporanea intitolata all’artista padre dei celebri Angeli Ribelli e che consente ad Ascoli Piceno di allargare la propria offerta culturale, spaziando dall’antico ai giorni nostri in un dialogo aperto e costante.

All’artista ravennate, classe 1976, va il premio della seconda edizione dopo essere stato designato da 43 professionisti del mondo dell’arte, con la possibilità di esporre una selezione dei suoi ultimi lavori presso gli spazi della galleria del Polo culturale di Sant’Agostino.

Una mostra il cui percorso parte dal ritratto di Elena after Elena (2022) realizzato da Baruzzi e che idealmente sembra dialogare con il celebre Ritratto di Elena, degli anni Venti, di Osvaldo Licini nella sala attigua. 

Partendo dal disegno l’artista esplora tanti soggetti, mescolando tecniche diverse sino ad arrivare all’elemento installativo, che nella maggior parte dei casi rimandano a più importanti e alte tematiche, come quelle dell’ambiente e del riscaldamento globale.

Due sono le modalità ricorrenti nella sua produzione artistica: la ricerca di una nuova semplicità, intesa come raggiungimento di un grado zero, una sorta di inizio del linguaggio e la catalogazione di estetiche, che in generale si definiscono marginali.

Nella prima sala campeggia la serie di tele dal titolo Cetrioli e noci su olmo tramutato, in cui mette in scena un dialogo impossibile tra un ramo d’olmo mutante, frutti e ortaggi che nella realtà non appartengono a quell’albero.

Attraverso queste rappresentazioni Baruzzi produce come un senso di spaesamento e sembra rispondere, attraverso la sua pittura, che l'appartenenza non corrisponde ad un ordine naturale prestabilito, ad esempio l’albero con i suoi frutti, ma gli elementi si avvicinano per una sorta fragilità/instabilità che li accomuna.

Le prime tele lasciano poi spazio ad alcune installazioni, dalla forte carica simbolica, come gli spaventapasseri e i bilancioni.

I primi sono delle presenze che sembrano attingere all’estetica funzionale della realtà contadina per rinnovarla e collocarla all’interno del sistema dell’arte. Non sono copie di spaventapasseri visti dall’artista nella sua infanzia, ma mostrano un ribaltamento di vedute, lo spaventapasseri non spaventa più i volatili ma li ingloba nella sua nuova natura. Strutture di ferro con maschere che condensano dentro di sé una triplice natura: umana, animale e vegetale.

I secondi, realizzati attraverso strutture portanti in ferro con dei teli colorati in sospensione, rimandano alle grandi reti da pesca utilizzate anche in alcune zone costiere dell’Emilia-Romagna, dove non ci sono pesci impigliati, ma disegni guardati a debita distanza sempre da Elena, un altro d'après ispirato al ritratto liciniano.

Baruzzi con la sua ricerca, dunque, sembra scardinare le tradizionali categorie dell’arte, mescolando tecniche e materiali diversi, con l’obiettivo di trasferire un messaggio ben preciso e che ha colpito la sensibilità dell’artista.

 


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