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Ascoli Piceno, alla Libreria Rinascita presentazione libro 'Novana Interamnes Monte Passillo Comunanza'

di Redazione Picenotime

martedì 26 settembre 2023

Sabato 30 settembre ore 17 alla Libreria Rinascita di Ascoli Piceno si terrà la presentazione del libro "Novana Interamnes Monte Passillo Comunanza, 4 toponimi per uno stesso territorio" di Stefania Cespi e Pier Filippo Melchiorre.

Interverranno Stefania Cespi – Presidente Archeoclub d’Italia sede di Comunanza e coautrice, Anna Casini – Consigliere Regionale, Walter Laudadio - storico locale autore della prefazione, Pier Filippo Melchiorre- coautore e relatore.

Il libro: Novana, Interamnes, Monte Paxillo , Communanza, sono le denominazioni che, nel corso di quasi diciotto secoli, si sono alternate nella definizione del comprensorio della media valle del fiume Aso. Questo libro cerca di individuare, a seguito dello studio e comparazione delle fonti documentaristiche , elementi che, partendo dalla prima probabile definizione del sito, la Novana descritta da Plinio il vecchio, passando per la denominazione susseguente di Interamnes (terra tra fiumi) in epoca alto medievale, che poi assume la definizione di Monte Paxillo, fino alla definitiva Castrum Communantie nel tardo medioevo, al fine di tracciare una possibile “storia”, socio-politica, del territorio. La storiografia locale sino dal XVIII secolo, ha fornito varie interpretazioni, soprattutto per quanto riguarda l’ubicazione della “misteriosa Novana”, dando luogo a un acceso dibattito, tra chi ne reclamava la paternità, basandosi su una diversa interpretazione della descrizione di Plinio, alfine di affermare una propria incontestabile verità. Va comunque sottolineato che la suddetta storiografia, non era a conoscenza delle successive fonti, soprattutto di natura archeologica, che hanno potuto rimettere in discussione quanto finora asserito. Nel capitolo 1°, in cui viene trattato l’argomento, sono riportati tutti gli autori che hanno scritto in merito, con le nostre osservazioni, riportando poi i recenti studi di archeologia e cartografia antica e considerazioni di natura bellico-militare, in base ai quali abbiamo cercato di dare una nostra possibile versione rispetto all’individuazione della misteriosa località. Elementi importanti, per procedere, se non altro a un aggiornamento degli studi precedenti, sono stati la scoperta dell’impianto termale a Comunanza, le indagini archeologiche relative alla antica centuriazione del territorio e la definitiva accettazione del fatto che Novana non fosse coincidente con il sito santuario di Monte Rinaldo, come ritenuto all’inizio della campagna di scavo archeologico. Va detto, che un municipium doveva essere costituito da porzione considerevole di territorio ,compresa tra il municipio di Ascoli e dell’antica Falerio, e che quindi poteva essere in quella zona posta sulla sponda destra del fiume Aso in corrispondenza dell’ampia ansa, ed è probabile che anche una porzione del territorio dell’attuale Amandola, potesse farne parte. E’ probabile che la nascita di Novana sia legata agli anni della cosiddetta Guerra Sociale che vede coinvolti Roma contro la Lega Italica, di cui fa parte anche Ascoli che subisce due assedi nel ’89 e nel ’90 a.C. da parte dell’esercito romano. Il territorio dell’antico municipium costituirà una curtis facente parte dell’ Abbazia di Farfa, e rinato con li nome di Interamnes, poi volgarizzato in Teramo e infine in “Terme. Le fonti riportano che l’abbazia di Farfa, nell’ambito della castellizzazione delle sue proprietà, realizzò (forse già dal IX secolo) la prima rocca di Monte Paxillo a protezione del territorio della curtis e che, successivamente abbia nominato un signore del luogo per amministrare il comparto (nel nostro caso Albertus di Smerillo) e dopo il recupero di porzione dei beni dell’abbazia da parte di Federico I, lo stesso imperatore abbia investito il livellario, del titolo di conte delegato imperiale. Il terzo capitolo rappresenta la parte più interessante in quanto viene affrontato e approfondito, anche grazie alle numerose fonti a disposizione, il rapporto tra Ascoli e il suo castello, fornendoci preziose informazioni relative ad Ascoli medievale. La “storia” di Monte Paxillo, inizia quindi a partire dal XII secolo attraversando momenti in cui è al centro di eventi bellici legati soprattutto al conflitto tra Ascoli e Fermo. Nel libro vengono riportati tutti i documenti relativi al suddetto conflitto che vede distruzioni e ricostruzioni del castello, le vicissitudini legati alla fede imperiale da parte di Ascoli di cui Monte Paxillo è castello soggetto, fino alla nascita della “comunanza” e del nuovo castrum a valle, fino a quando, per volontà del papa, l’antico baluardo viene definitivamente distrutto. Riteniamo inoltre che questo capitolo del libro possa colmare una lacuna riguardo alla storia del comune medievale di Ascoli, soprattutto per quanto attiene i rapporti tra la città, i suoi castelli, il contado e il fenomeno del trasferimento in città dei dominus loci. Attraverso quindi la lettura dei documenti siamo in possesso di nuovi dati su come Ascoli gestiva l’acquisizione dei castelli e come conduceva le guerre per ampliare e presidiare il proprio territorio soprattutto contro Amandola (testa di ponte di Fermo). Altro elemento sono le interessanti informazioni sulla fondazione di un nuovo castello e di una nuova comunità senza sfruttare preesistenze (il castrum Communantie) che, per quanto riguarda il syndacatum di Ascoli, è forse l’unico esempio di insediamento ex novo, ampiamente documentato. L’ultimo capitolo, non meno interessante del precedente, contiene anch’esso preziose informazioni sulle vicende di Ascoli nel tardo medioevo soprattutto relativamente alla costituzione della communanza e l’aspetto relativo allo sfruttamento dei beni comuni da parte del comune di Ascoli, altro argomento poco trattato finora dalla storiografia locale. La parte narrativa è integrata da una serie di tavole grafiche che aiutano a comprendere ciò che viene riportato nei relativi capitoli. Ma c’è tanto altro nel libro e, pertanto, lasciamo al lettore il piacere di scoprire come, attraverso diciotto secoli e quattro diverse intestazioni toponomastiche, una parte del territorio, così lontano dalla città madre, sia vissuto per tanto tempo (a differenza di molti siti ormai scomparsi) e abbia avuto un ruolo importante quale ultimo baluardo difensivo verso nord, di Ascoli Piceno.

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