Eventi e Cultura
di Davide Ciampini
Ci sono emozioni che accomunano l'umanità tutta, e la sofferenza non fa certo eccezione. Un lutto, una perdita, l'abbandono di una persona amata: talvolta avvengono avvenimenti così emotivamente carichi da sparigliare le carte nell'esistenza di un individuo, sia esso donna che uomo. Essi non sono evidentemente temporanei, ma possono lasciare cicatrici profonde nell'animo dell'uomo. Da qui le ragioni di scrivere un testo afferente il tema del trauma, che è da sempre foriero di grandi interrogativi. Ci si domanda dunque, a fronte di tanta sofferenza, le ragioni per andare avanti nella propria esistenza. Domande che nascono dall'alba dei tempi con i primi filosofi e che, al netto dei cambiamenti intercorsi, continuano ad albergare nelle profondità dell'essere. Lo sa bene Massimiliano Salce, che ha recentemente pubblicato il testo "L'esistenza umana di fronte al trauma". La presentazione è avvenuta presso il Palazzo della Provincia di Ascoli Piceno, dove l'autore ha dialogato con la dott.ssa Maria Antonietta Lupi, presidente della Commissione Provinciale per le Pari Opportunità di Ascoli Piceno.
"Ho accolto con grande piacere la proposta del dott. Salce di presenziare a questa dissertazione - ha esordito il presidente della Provincia Sergio Loggi -. Non si tratta di un semplice testo, ma di un prezioso ausilio per chi vorrà leggerlo. Nel corso dei secoli, le nostre esperienze ci hanno consentito di elaborare numerose sensazioni e stati d'animo. Stati d'animo che portano a ragionamenti profondi, tra cui il senso stesso dell'esistenza medesima".
"Il libro testè menzionato - ha precisato la presidente alle Pari Opportunità Provinciali Maria Antonietta Lupi - mi ha donato sensazioni particolarmente forti. Mi sono avvicinata ad esso in qualità di medico e di persona che, in prima persona, ha vissuto l'emergenza. Massimiliano (Salce, ndr.) ha voluto fare un trattato molto leggibile: non accessibile ai molti, certo, ma certamente scritto con impegno. L'autore pone infatti delle domande, invitando il lettore ad una lettura introspettiva. A mio avviso, esistono libri che si leggono e libri che si vivono. E quello di oggi fa parte de iure della seconda categoria".
"Prima del mio intervento, desidero sgombrare il campo da alcuni equivoci - ha esordito il dott. Massimiliano Salce -. Ancor prima del trauma, ciascuno di noi si interroga sul valore dell'esistenza. Mi chiedo, infatti, quanti di voi si pongano domande di questo genere. Domanda tautologica, in quanto si trattano di interrogativi che sorgono in alcuni e specifici momenti. Tale processo avviene infatti solo quando la vita ci colpisce da vicino: un lutto, un abbandono, qualcosa che rompe la linearità della vita. Una sensazione di scoramento la accompagna e, come spesso accade, vi arriviamo senza gli strumenti necessari per affrontarla. Siamo costantemente impreparati al fato, e ciò lo insegnano i greci sin dall'antichità. Abbiamo infatti l'angoscia non di ciò che sta accadendo, bensì di ciò che potrebbe accadere. Il corpo - e ce lo insegna una certa corrente di pensiero - non è solo fisico. Esiste un altro aspetto, meno tangibile ma non meno profondo. Possono esserci i segni di un trauma, ma il soggetto può portare con sé una riflessione sull'esistenza. Possiamo parlare del trauma sotto tanti aspetti: fisico e psicologico su tutti. Viviamo nel dualismo per cui esistono un corpo in mente, credenza confutata ampiamente nel corso del tempo. La sofferenza del trauma deriva dal nostro essere inseriti nel mondo. Dobbiamo entrare nell'ottica che ogni trauma si riverbera tanto nel corpo quanto nella psiche. Siamo infatti coinvolti, tanto nell'uno quanto nell'altro, nel dolore. I vissuti traumatici conducono l'individuo verso domande esistenziali. Al fine di sostenere un dolore è necessario dunque sottoporsi ad un vero e proprio allenamento interiore".
autore Davide Ciampini****