Eventi e Cultura
di Redazione Picenotime
Il percorso tracciato dalla rassegna "Indipendenti, Ribelli e Mistici” si sta rivelando anche in questa stagione non una semplice sequenza di incontri, ma un'autentica ascesa, un viaggio iniziatico che, tappa dopo tappa, ha condotto il pubblico verso soglie crescenti di consapevolezza. Dalle fondamenta del pensiero filosofico gettate da Diego Fusaro, al fuoco creativo esplorato da Daniela Musini, dalle discese nel mito con Viola di Grado passando per la ricostruzione utopica delle nostre città con Traini e Romagni, fino all'indagine sull'anima con Valentina Ferranti e alla radice del desiderio con Lahoz e Paolini, il progetto di Mara e Mario Vespasiani si è confermato come l'epicentro di una cultura viva, coraggiosa e radicalmente contemporanea. E ora, un altro attesissimo appuntamento, venerdì 29 agosto, la rassegna dopo averci mostrato l'arte come via di elevazione, ci svela il suo doppio oscuro, la sua capacità di essere non solo salvezza, ma anche perdizione. Ospite di questa serata finale sarà il maestro del thriller Mirko Zilahy, che partendo dal suo romanzo "La stanza delle ombre” - in dialogo con Eleonora Tassoni valore aggiunto di questa quinta edizione - guiderà gli ospiti in un'elegante e terrificante traversata nel mondo dei falsari d'arte e degli assassini che usano la bellezza come scenografia per la paura.
Questa scelta non è una semplice variazione sul tema, ma un vero e proprio cortocircuito tematico che chiude il cerchio della sezione letteratura e dimostra la profonda onestà intellettuale del progetto. Per un'intera estate, l'arte di Vespasiani, presente sulle pareti dello studio, ha agito come un "ingrediente attivo", uno "strumento di trasformazione" verso la luce e la ricerca ossessiva dell'autenticità, del "Vero", in un'opera alchemica che trasfigura la materia per rivelarne lo spirito. Zilahy, al contrario, ci porta nel regno del falso: nell’ombra in cui agisce l'alchimista del nero che usa la sua abilità non per rivelare, ma per ingannare. E ci spinge ancora più in là, nell'abisso di una mente criminale che non si limita a copiare la bellezza, ma la usa, la profana, trasformando le iconografie più amate in inquietanti scene del delitto. Questo incontro è dunque un confronto necessario: per comprendere appieno il potere salvifico dell'arte autentica, dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia il suo potenziale distruttivo quando cade nelle mani dell'ossessione e della follia.
L'arte, ci suggerisce questa serata, è un'energia immensa e come tale può alimentare l’edificazione di una cattedrale o la distruzione con un'esplosione. Può essere la via della salvezza, come nel percorso di Vespasiani, che impiega la bellezza per creare coesione, per “guarire", per elevare lo spirito. Ma può anche diventare la via della perdizione, come per i protagonisti di Zilahy, per i quali l'arte diventa un'ossessione che isola, un feticcio che porta alla pazzia ed in questa occasione il pubblico potrà confrontarsi con entrambi gli aspetti. L'unicità di questa rassegna, riconosciuta tra le più prestigiose a livello nazionale, risiede proprio in questa complessità, sottolineando come “ad oggi nessun altro artista si stia spendendo più di Mario Vespasiani per la promozione della cultura, capace di incidere sulla vita reale". La sua azione non sta nel creare un club di intellettuali autoreferenziali, ma nel fornire alla comunità gli strumenti per leggere la realtà in tutta la sua vertiginosa e ambivalente profondità. L'incontro con Mirko Zilahy si preannuncia dunque come un'immersione nella suspense, che è una sottile riflessione filosofica sulla natura ambigua della bellezza, aprendoci ad una domanda adulta e consapevole sul potere e sulla responsabilità che l'atto creativo porta sempre con sé.