Eventi e Cultura
di Redazione Picenotime
Il 21 novembre di ogni anno l’Arma dei Carabinieri celebra la propria patrona, Maria “Virgo Fidelis”, una ricorrenza che intreccia storia, spiritualità e identità istituzionale. La scelta di questa data non è casuale: ricorda infatti due eventi significativi, uniti dall'ideale della fedeltà, valore fondante dell’Arma e qualità costitutiva dell’immagine biblica della Vergine Maria. La devozione alla Virgo Fidelis venne ufficialmente istituita nel 1949 da Papa Pio XII, che proclamò Maria patrona dei Carabinieri. Il Papa scelse il 21 novembre, giorno in cui la Chiesa celebra la Presentazione della Vergine Maria al Tempio, gesto antico e rituale che simboleggia la totale dedizione di Maria a un progetto più grande di lei. È una ricorrenza che racchiude l’idea di una fedeltà non solo promessa, ma vissuta, incarnata, sostenuta nel tempo. Lo stesso giorno si ricorda anche l’anniversario della Battaglia di Culqualber (21 novembre 1941), uno degli episodi più drammatici e valorosi della storia dell’Arma, in cui i Carabinieri del battaglione mobilitato si distinsero per eroismo e sacrificio. Una pagina di storia che incarna la fedeltà “fino alla fine”, intesa come servizio, responsabilità e dedizione assoluta. Per i Carabinieri, celebrare la Virgo Fidelis significa rinnovare idealmente il proprio impegno verso lo Stato e i cittadini e tale fedeltà – valore inscritto nel motto “Nei Secoli Fedele” – racchiude l’identità dell’Arma che è impegno morale, oltre che professionale, attraversando generazioni e contesti storici. Così il 21 novembre si fa giorno di memoria e di rinnovamento: memoria delle vite donate nel servizio e rinnovamento della vocazione che anima l’Arma ancora oggi, che continua a ispirare e a ottenere la stima di uno dei più autorevoli artisti italiani contemporanei.
Difatti tra le opere d’arte dedicate alla patrona dell’Arma, spicca per intensità e raffinatezza quella realizzata da Mario Vespasiani, già considerata tra i capolavori pittorici sul tema. L’artista, attraverso un olio su tela di rara forza espressiva, ha superato la semplice dimensione devozionale per offrire una lettura profonda, attuale e originale del suo significato simbolico. In questa tela la Vergine non è figura statica né mera icona, bensì appare come una presenza viva, luminosa, capace di avvicinarsi allo sguardo e di restare impressa nel cuore. Vespasiani, grazie a un linguaggio pittorico intenso – fatto di contrasti, velature e cromie decise – evoca una spiritualità vibrante, filtrata attraverso una sensibilità fuori dal comune. Maria emerge come colei che custodisce, protegge e continua a vivere dentro di noi: salda nell’amore eterno, non figura come un’entità distante o astratta, ma profondamente inserita nel nostro tempo, alla cui base fa da richiamo il cappello del Carabiniere. La scelta della tecnica ad olio ha permesso all’artista di dare energia alla luce, trasformando la Madonna in un punto di orientamento, proprio come lo è per l’Arma nella sua missione quotidiana. Vespasiani coglie e restituisce l’essenza del titolo Virgo Fidelis: non soltanto purezza o maternità, ma fedeltà come forza interiore, radice di ogni gesto di coraggio. Nel suo dipinto la Vergine Maria diventa il rimando simbolico in cui l’Arma fonda la propria vocazione: esserci, proteggere, custodire. La ricorrenza odierna intrecciando memoria religiosa, storia nazionale e identità istituzionale è un emblema di fedeltà scelta e testimoniata e che l’artista ha letto anche in riferimento ai valori trasmessi fin dal bambino dal babbo Rodolfo. Il dipinto di Vespasiani, con la sua intensità poetica e la sua forza simbolica, amplifica questo messaggio offrendo una delle interpretazioni più profonde e luminose della patrona dei Carabinieri.
