Eventi e Cultura
di Redazione Picenotime
Nella mattinata di oggi un evento non annunciato ha animato il tratto sambenedettese di lungomare all’altezza dell’ex camping: lo scultore reatino Felice Rufini, arrivato in città per partecipare all’atteso appuntamento serale di “Materia Sonora” (per dialogare con la musica del pianista Davide Massacci), ha improvvisato una performance artistica che ha lasciato incantati i passanti.
L’iniziativa, organizzata dall’associazione Endeca | Agitatore Culturale, guidata con energia e visione da Rosalba Rossi e Franco Mercuri, si inserisce in un’estate 2025 che ha visto Endeca distinguersi per vitalità, audacia e qualità delle proposte culturali, spaziando tra musica, arti visive, cinema, design e interventi urbani. Una progettualità fertile e instancabile, che conferma il ruolo strategico dell’associazione nella scena artistica dell’Adriatico centrale.
Felice Rufini, armato dei suoi attrezzi da lavoro e da un’immancabile motosega, ha trasformato davanti agli occhi dei curiosi un ceppo d’albero, residuo di un vecchio tronco piantumato sul lungomare, in un’opera vibrante e ancestrale. La scultura, dalle forme arcaiche e fortemente espressive, sembra affiorare da un tempo remoto, evocando riti perduti, simboli totemici, presenze silenziose che abitano la memoria collettiva e il paesaggio interiore.
Un gesto radicale, quasi sciamanico, che incarna perfettamente la poetica di Rufini: dare nuova vita a ciò che è stato abbandonato, lavorare con la materia naturale come se fosse un prolungamento della propria interiorità, trasformare lo scarto in rivelazione.
Classe 1962, Felice Rufini vive e lavora a Rieti, dove da decenni porta avanti un percorso scultoreo profondamente legato alla natura e al tempo.
“Le sue opere - ha dichiarato l’arch. Franco Mercuri - realizzate principalmente in legno, ferro e pietra, nascono spesso dal recupero di elementi destinati all’oblio: tronchi caduti, radici, travi dismesse, relitti lignei. La trasformazione è il suo linguaggio, la natura il suo interlocutore privilegiato. Rufini non “impone” una forma alla materia: la ascolta, la asseconda, la asprisce, la accarezza. Ne esalta le imperfezioni, i nodi, le ferite. La sua arte è un dialogo silenzioso, fatto di intuizioni, graffi, stratificazioni emotive.”
Rosalba Rossi ha aggiunto che “con azioni come questa, Endeca | Agitatore Culturale vuole confermare la sua vocazione: abbattere i confini tra arte e quotidianità, contaminare gli spazi urbani con segni creativi, rendere la cultura un fatto vivo, pulsante, condiviso.”
Il flashmob di Rufini ha anticipato e arricchito il programma di “Materia Sonora”, evento realizzato sempre da Endeca e che intreccia musica, arte visiva e sperimentazione sensoriale.
In un tempo in cui spesso l’arte resta confinata tra le pareti di gallerie e musei, Endeca rilancia l’idea di un’arte pubblica, imprevista, democratica, capace di sorprendere e di risvegliare lo sguardo anche là dove non la si aspetta.
La scultura nata oggi sul lungomare non rimarrà sola: Felice Rufini, prima di fare ritorno a Rieti, ha già individuato altri ceppi e si è dichiarato pronto a lasciare altri segni primitivi e poetici destinati a punteggiare il paesaggio sambenedettese.