San Benedetto del Tronto, presentazione del libro ''Lo sbilico'' con lo scrittore Alcide Pierantozzi
di Redazione Picenotime
lunedì 07 luglio 2025
Giovedì 10 Luglio ore 21:15 si terrà la presentazione del libro "Lo Sbilico" Einaudi edizioni con lo scrittore Alcide Pierantozzi. Dialoga con l'autore lo scrittore Matteo Grilli presso la Palazzina Azzurra in via Buozzi, 14, San Benedetto del Tronto.
Alcide Pierantozzi è nato nel 1985 e vive a Colonnella, in Abruzzo. Ha esordito a ventun anni con il romanzo Uno in diviso (Hacca 2006, Bompiani 2022), a cui sono seguiti L'uomo e il suo amore (Rizzoli 2008), Ivan il terribile (Rizzoli 2012), Tutte le strade portano a noi (Laterza 2015) e L'inconveniente di essere amati (Bompiani 2020). Per Einaudi ha pubblicato Lo sbilico (2025). La rassegna fa parte degli eventi promossi dal PATTO PER LA LETTURA del Comune di San Benedetto del Tronto, della Biblioteca multimediale "Giuseppe Lesca" e del Centro per il libro e la lettura. Cosa accade quando la realtà si smaglia, e lascia entrare l'allucinazione? Quando la paura ti avvinghia e si accorcia il respiro? Quando l'unico modo che hai per stare al mondo è vivere su un precipizio, nello «sbilico» delle cose? Alcide Pierantozzi si è immerso in quel precipizio, e ne è uscito stringendo tra le mani un libro unico, letterario e ossessivo, capace di raccontarci per la prima volta in modo crudo e vero, da dentro, un male che è di molti. Una storia di una potenza disarmante, che urtica e lenisce insieme, e che una volta iniziata pretende di essere letta fino all'ultima parola. O bevuta fino all'ultima goccia, come una medicina. Alcide ha quarant’anni, a volte dorme ancora con sua madre, prende sette pasticche al giorno (cinque la mattina e due dopo cena), ed è considerato «un paziente lucido, vigile, collaborativo, dall’eloquio fluido». È un essere umano «difettoso» tra i tanti, ma i suoi difetti stanno tutti dentro quattro pagine di diagnosi controfirmate da uno dei piú famosi psichiatri italiani: «disturbo bipolare», «spettro dell’autismo», «dissociazione dell’io», «antipsicotici», «pensieri di mancata autoconservazione»… Dal suo esilio in una cittadina dell’Abruzzo, dove ogni cosa sembra da sempre uguale a sé stessa, Alcide ci racconta il tempo melmoso delle sue giornate. Le ore in spiaggia, o a sfinirsi in palestra, dove va per riguadagnare in muscoli quello che ha perso in lucidità mentale. Soprattutto ci racconta – con tutta la chimica che ha in testa – cosa accade quando l’equilibrio psichico s’incrina: l’innesco della paranoia, la percezione che si sdoppia, il modo in cui il tempo fermo di un’attesa non è mai davvero fermo, perché è lí che arrivano i pensieri. Nel suo resoconto si alternano momenti di un prima a Milano, la città che da sola sembrava poterlo tenere in vita, e di un prima ancora, un’infanzia in cui tutto faceva già troppo male ma a salvarlo c’erano la nonna, la bicicletta, tutto uno zoo di animaletti di campagna. Nel presente, invece, c’è la vita con sua madre, che è insieme origine, scandaglio e unico argine possibile delle sue psicosi. E poi c’è l’ossessione per le parole: la ricerca quotidiana in biblioteca, nei dizionari, nei libri, dei termini esatti, che sappiano ridurre l’irriducibile, nominare l’innominabile. Questa è la storia di uno sperdimento, una storia che possiede il dono e la condanna di saper parlare davvero a chiunque. A chiunque, almeno una volta, non si sia riconosciuto nel proprio riflesso allo specchio; a chiunque abbia sentito la realtà passargli accanto come un vento laterale; a chiunque abbia messo in dubbio la fondatezza dei propri pensieri e dei propri desideri. Sono pagine brucianti, che Alcide Pierantozzi ha scritto come se il suo corpo fosse un sismografo, registrando il disagio psichico nella sua forma piú pura, descrivendo la violenza – poetica e brutale – di una mente smarrita che cerca di trovare una stabilità impossibile, ma che sempre, sempre, prova a salvarsi. Lo sbilico dà voce a un bisogno collettivo fortissimo: quello di nominare con precisione il malessere psicologico, l’alienazione, la medicalizzazione e la solitudine. Un’impresa che può fare soltanto la grande letteratura. «Noi matti non abbiamo solo il diritto di essere soccorsi dai sani, ma anche il dovere di inceppare ogni giorno il mondo per metterlo in discussione ai loro occhi». Lo sbilico dà voce a un bisogno collettivo fortissimo: quello di nominare con precisione il malessere psicologico, l'alienazione, la medicalizzazione e la solitudine. Un'impresa che può fare soltanto la grande letteratura.
© Riproduzione riservata
Commenti
Approfondisci

Ascoli Calcio, il 19enne portiere Sciammarella viene ingaggiato dal Savoia di mister Catalano
lun 07 luglio • Ascoli Time

Defibrillatore in regalo alla comunità di Castorano dal ''Club 57'': cerimonia di consegna con i saluti istituzionali
lun 07 luglio • Eventi e Cultura

''GO – Urbexare nel Piceno': quarto appuntamento in località Corneto di Acquasanta Terme
lun 07 luglio • Comunicati Stampa

Ascoli Piceno, Fioravanti è il sindaco più amato d'Italia dell'edizione 2025 del Governance Poll
lun 07 luglio • News

Passaggio del martelletto al Rotary Club di San Benedetto del Tronto: Francesco Matarrese è il nuovo presidente
lun 07 luglio • Comunicati Stampa

San Benedetto del Tronto, presentazione del libro ''Lo sbilico'' con lo scrittore Alcide Pierantozzi
lun 07 luglio • Eventi e Cultura

Ascoli Calcio, il tabellone del calciomercato estivo 2025 con i movimenti in entrata ed uscita
lun 07 luglio • Ascoli Time

Offida, completati i lavori di riqualificazione degli impianti sportivi. Campo intitolato a Roberto D’Angelo
dom 06 luglio • News

Ascoli Calcio, organigramma societario snello con Bernardino Passeri amministratore unico plenipotenziario
dom 06 luglio • Ascoli Time

Orsolini torna a Rotella e si gode l'abbraccio della sua gente: “Sono emozionato, qui i primi calci ad un pallone”
dom 06 luglio • Sport
