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Marche, sale ancora la disoccupazione giovanile

di Redazione Picenotime

lunedì 14 marzo 2016

Il tasso di disoccupazione è un problema che anima l'Italia oramai da anni, e che rappresenta uno dei principali motivi per cui il nostro Paese non riesce a tenere i ritmi economici e culturali delle altre nazioni europee. Quando poi si scende a livello regionale, è possibile incontrare nello Stivale situazioni molto più gravi di quanto dica la media nazionale, come nel caso delle Marche dove, stando ai dati raccolti da Nomisma, il problema della disoccupazione giovanile sta diventando particolarmente preoccupante. 

Nonostante un calo del tasso di disoccupazione, dovuto all'alleggerimento della crisi, i giovani si ritrovano sempre più spesso in mezzo ad una strada, soprattutto nella Provincia di Ascoli Piceno, dove tale tasso sfiora il 40%. Vediamo insieme le 3 cause dell'altissimo tasso di disoccupazione giovanile.

La scelta di una laurea facile

Molti pensano che basti una laurea qualsiasi per avere accesso al mercato del lavoro: si sbagliano, perché molto dipende dalla qualità della laurea e dal settore scelto. Sono molti gli studenti che decidono di ripiegare su lauree 'più leggere' evitando quelle 'più pesanti' le quali garantiscono una percentuale molto più alta di trovare lavoro. Una di queste considerate pesanti e difficili è la laurea in ingegneria meccanica, che spesso viene vista con timore dagli studenti. 

Un buon modo per affrontare questo percorso di laurea è quello di affidarsi ad atenei più moderni come quello della Niccolò Cusano, che in primis offre non solo una laurea in ingegneria meccanica riconosciuta in Italia, ma anche in Europa, in modo da non precludersi le numerose opportunità all’estero e in secondo luogo permette di seguire i corsi completamente online, lasciando a ogni studente la possibilità di apprendere una materia cosi complessa alla propria velocità, senza rischiare di rimanere indietro. 

Inoltre è importante ricordare che dopo la laurea conviene sempre specializzarsi ulteriormente in un settore, in modo tale da essere più appetibile agli occhi delle compagnie. Questo processo è lungo e difficile, ma si sa, non si hanno buoni risultati senza lavorare sodo.

Le barriere d'ingresso nel mercato del lavoro

Entrare nel mercato del lavoro, per i giovani, diventa davvero difficile per una serie di barriere ardue da abbattere. Innanzitutto la crisi economica, che ha spinto le aziende a combattere le difficoltà tagliando il personale e diminuendo drasticamente le assunzioni: un problema che ha ridotto di molto le possibilità per i giovani alla ricerca di un posto di lavoro. Inoltre, va anche sottolineato quanto le imprese italiane si fidino poco della preparazione universitaria dei ragazzi: stando ai dati raccolti dal Rapporto McKinsey, il 42% delle aziende italiane non ritiene adeguate le competenze dei giovani che non hanno già maturato almeno 1-2 anni di esperienza lavorativa. 

È il classico cane che si morde la coda: le aziende non assumono i giovani senza esperienza, ma è impossibile fare esperienza se tali aziende non cominciano ad assumere. Questo circolo poco virtuoso non fa altro che far schizzare la disoccupazione giovanile a livelli molto più alti della media europea.



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