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Chirurgia estetica: quale ruolo giocano gli interventi di revisione?

di Redazione Picenotime

giovedì 22 dicembre 2022

Non sempre un intervento di chirurgia estetica dà i risultati sperati, per esempio quando non è in grado di soddisfare pienamente le aspettative del paziente o in caso di esito negativo dell’operazione. In queste circostanze è possibile sottoporsi a un intervento di chirurgia di revisione o secondaria, con il quale il chirurgo corregge l’esito funzionale ed estetico dell’operazione precedente.

L’insuccesso iniziale, ovviamente, richiede la massima attenzione nella scelta del professionista: infatti, nella maggior parte dei casi è preferibile cambiare chirurgo cercando uno specialista con il quale sentirsi più a proprio agio, oppure una figura che abbia maggiore esperienza nel tipo di trattamento da effettuare.

Innanzitutto, è fondamentale trovare un chirurgo che innanzitutto sia in grado di ascoltare il paziente, per comprenderne l’insoddisfazione e proporre una risposta chirurgica adatta in termini estetici, funzionali e psicologici.

Un approccio umano, infatti, è un requisito essenziale in queste circostanze, unito ovviamente alla conoscenza di tecniche chirurgiche avanzate e un’adeguata esperienza nel campo. Si tratta dell’approccio adottato, per esempio, dal Dottor Gianpaolo Tartaro, medico chirurgo plastico, estetico e maxillo-facciale che effettua interventi di chirurgia di revisione avvalendosi di un’esperienza nell’ambito di oltre 20 anni (per maggiori informazioni: gianpaolotartaro.it).

Le opportunità della chirurgia di revisione nella rinoplastica secondaria

Uno degli ambiti applicativi della chirurgia secondaria è la rinoplastica di revisione. Si tratta di un’operazione il cui obiettivo è il rimodellamento del naso, al fine di correggere i risultati non ottimali forniti da un precedente intervento o in presenza di malformazioni congenite del naso.

La rinoplastica secondaria è anzitutto un intervento più complesso rispetto a quello iniziale, un’operazione delicata in quanto è difficile valutare l’esatta entità del danno e lo specialista deve intervenire sul tessuto cicatriziale.

Dopo la rinoplastica primaria la pelle potrebbe risultare poco elastica, più sottile del normale e particolarmente tesa, condizioni che richiedono competenze ed esperienza adeguate da parte del chirurgo che deve effettuare l’intervento di revisione.

Il chirurgo deve inoltre essere capace di stabilire in modo accurato come sono state modificate le strutture ossee e cartilaginee dell’apparato nasale, affinché possa determinare la strategia più appropriata per rimettere la struttura in equilibrio e ricostruire le parti rimosse in eccesso. La sfida maggiore riguarda il trattamento di malformazioni congenite che interessano il naso, una condizione che per essere migliorata può richiedere più di un intervento chirurgico.

In questi casi la chirurgia di revisione può fornire una risposta concreta ai pazienti, andando a migliorare non solo l’estetica del naso ma anche la funzionalità dell’apparato nasale. Ciò permette di recuperare un’adeguata qualità di vita, riducendo al contempo i disagi sociali e psicologici legati a un difetto estetico che compromette spesso la vita personale.

Oltre all’intervento chirurgico in sé, infatti, una prerogativa dello specialista è il trattamento dei risvolti psicologici e il rapporto umano con il paziente, affinché venga accompagnato con professionalità, rispetto e fiducia in questo percorso.

Quando è necessaria la mastoplastica additiva di revisione?

 

Un altro ambito d’applicazione della chirurgia di revisione è la mastoplastica additiva secondaria.

Questo intervento viene realizzato prima di tutto quando è necessario sostituire le protesi, ad esempio in seguito al loro deterioramento in quanto potrebbe causare una contrattura capsulare.

La mastoplastica additiva di revisione viene effettuata anche in presenza di imperfezioni, tra cui delle asimmetrie riscontrate dopo un precedente intervento in seguito a una diagnosi non adeguata in fase pre-operatoria.

Al pari della rinoplastica secondaria, anche questo intervento è più complesso e delicato rispetto alla mastoplastica additiva primaria, poiché il chirurgo estetico, plastico e ricostruttivo deve operare sul tessuto cicatriziale, un aspetto che richiede profonde conoscenze della struttura della mammella e delle tecniche chirurgiche più innovative e avanzate. Un’altra difficoltà che lo specialista deve gestire è l’aspetto psicologico del paziente, più diffidente ed emotivamente provato rispetto al primo intervento.

Ad ogni modo, con la mastoplastica additiva di revisione è possibile usufruire di importanti benefici, innanzitutto per correggere le imperfezioni provocate dal primo intervento attraverso tecniche come il lipofilling.

Si tratta dell’innesto di tessuto adiposo prelevato dal paziente attraverso aspirazione, per rimuoverlo dai punti in cui si trova in eccesso e inserirlo ove necessario, allo scopo di rimodellare la parte e sistemare le imperfezioni in modo ottimale e definitivo.

Inoltre, con la mastoplastica additiva secondaria è possibile sostituire le protesi deteriorate o danneggiate in modo efficiente, mediante un’incisione che avviene nello stesso punto usato nella prima operazione per minimizzare i disagi e i segni evidenti, per poi applicare delle nuove protesi biocompatibili adatte alla forma della ghiandola mammaria. Il risultato di un intervento di mastoplastica additiva di revisione è il recupero funzionale ed estetico del seno e della struttura mammaria, tramite una risposta estetica sicura e adatta alle esigenze di ogni paziente.