Un nuovo marchio per Federfarma
di Redazione Picenotime
mercoledì 31 maggio 2017
Nell’epoca della condivisione globale, l’attenzione alla
tutela rappresenta il primo passo utile per chiunque voglia mettersi in gioco a
livello imprenditoriale.
E se non tutte le idee sono misurabili e al contempo tutelabili da norme
precise, negli ultimi anni leggi e decreti stanno di fatto portando i cittadini
a comprendere il reale valore di un brand.
Di un marchio.
Grazie ai social network che hanno affiancato, e talvolta
superato, i consueti metodi per la pubblicizzazione di un brand, oggi più che
mai la nascita e la crescita di un marchio deve trovare la giusta potestà in
ordine ai dettami vigenti.
Ed è quello che deve aver pensato Federfarma, la Federazione unitaria nazionale
titolari di farmacie.
“Un segno che rappresenta il cambiamento che porta alle farmacie di domani”.
Questa la definizione utilizzata alla presentazione del marchio che ad inizio
maggio è stato presentato a Bologna in occasione del convegno tenuto da
Federfarma nel corso dell’edizione 2017 di Cosmofarma Exhibition.
Una farmacia che si rinnova: la consueta croce verde delle farmacie trasformata
in una composizione grafica pronta a dar vita a due effe inclinate con la
convergenza delle lettere pronta a disegnare un mortaio che rappresenta l’icona
storica del lavoro dietro banco del farmacista.
Federfarma si è affidata ad un maestro del brand design italiano come Antonio
Romano che tra i tanti marchi ha firmato quelli di TIM, Ferrovie dello Stato,
Lacoste, Edison.
MA PERCHE’ IL MARCHIO E’ COSI’ IMPORTANTE?
Un simbolo efficace vale più di fiumi di parole.
Ed è proprio questo il vero motivo per cui sempre più persone, organizzazioni
ed aziende hanno iniziato a comprendere l’importanza di una registrazione del
marchio.
Identità e riconoscibilità un tempo venivano espresse unicamente tramite pay
off accattivanti cartacei o pubblicità televisiva ad effetto mentre adesso, con
la cultura dell’immagine, il segno distintivo principale può attrarre il
cliente immediatamente.
LA REGISTRAZIONE DI UN MARCHIO
E se fino a questo momento abbiamo parlato di grandi realtà, non di meno le piccole imprese o progetti embrionali devono sentirsi inferiori o credere che i costi della registrazione di un marchio si rivelino inaccessibili.
L’iter per il deposito e registrazione di un marchio è abbastanza lungo e complesso ed è costituito da tre fasi principali: verifica di disponibilità, deposito della domanda e conferma registrazione avvenuta.
L’ufficio di competenza è l’Ufficio Brevetti e Marchi della
Camera di Commercio che fungerà da tramite anche nel caso in cui si voglia
registrare il marchio a livello europeo o internazionale.
I requisiti per la registrazione di un marchio sono tre: liceità, novità e
originalità, tutte caratteristiche di cui Federfarma ha tenuto conto per far
partire il nuovo progetto di avvicinamento dei clienti alla loro moderna
realtà.
Per la registrazione di un marchio deve poi essere individuata la classe merceologica di appartenenza secondo la cosiddetta “Classificazione di Nizza” che indica in quale ambito si colloca il prodotto o l’azienda che il nuovo marchio rappresenta. Le cassi richieste possono essere anche più di una ed è questo uno dei fattori che incide maggiormente sui costi di registrazione.
Per maggiori informazioni sui marchi registrati, oltre al sito ufficiale dell’UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi), ci sentiamo di segnalare marchiovero.it che esegue la procedura di deposito e registrazione del marchio “chiavi in mano”, seguendo passo dopo passo l’iter e aggiornando il cliente sugli step superati dalla domanda presso le autorità competenti.
Su marchiovero.it è anche possibile verificare gratuitamente la preesistenza o meno di un marchio, senza nessun impegno al proseguimento della registrazione.
Una buona opportunità anche per le piccole realtà che, con una spesa contenuta, possono vedersi sollevate dall’impiego di tempo ed energie per ottenere il loro marchio registrato, senza il rischio di fare viaggi a vuoto presso gli uffici o di commettere errori procedurali.
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