Curiosità
di Redazione Picenotime
La normativa antiriciclaggio rappresenta oggi una delle sfide più complesse per i commercialisti e gli studi professionali. Si tratta di un sistema articolato di regole che si stratificano su più livelli: dalle raccomandazioni internazionali del GAFI alle direttive europee, fino alla normativa nazionale contenuta principalmente nel D.Lgs. 231/2007 e alle regole tecniche emanate dal CNDCEC.
Per chi opera nel settore, comprendere e applicare correttamente tali disposizioni non è affatto semplice, anche perché la materia è in costante evoluzione, richiedendo aggiornamenti costanti, capacità di interpretazione e attenzione maniacale ai dettagli.
In questo scenario, per gli addetti ai lavori un aiuto prezioso viene dalla digitalizzazione e in particolare da un programma all’avanguardia quale un software antiriciclaggio cloud. Parliamo infatti di una soluzione che permette di automatizzare processi di per sé complessi, seppur di routine, ottimizzando tempi e risorse, così da offrire performance con parametri superiori ai propri clienti.
La cornice normativa italiana in materia di antiriciclaggio prende forma in relazione alle disposizioni internazionali ed europee. Nella fattispecie, le direttive europee hanno introdotto un approccio basato sul rischio, valorizzando il ruolo delle Financial Intelligence Unit e ampliando significativamente gli obblighi per i professionisti.
A livello nazionale, il Decreto Legislativo n. 231/2007 costituisce il riferimento principale, insieme alle regole tecniche del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, che forniscono indicazioni operative specifiche per la categoria.
I commercialisti rientrano tra i soggetti obbligati a rispettare una serie di adempimenti particolarmente articolati. Il primo step risiede nell’autovalutazione del rischio dello studio. Cosa significa? Semplicemente che ogni professionista deve analizzare i fattori di rischio inerenti alla propria attività alla luce del tipo di clientela, considerando l’area geografica, i servizi offerti e le vulnerabilità in essere dal punto di vista organizzativo.
A seconda del livello di rischio rilevato segue l’adeguata verifica della clientela, con operazioni che vanno dall’identificazione del cliente all’acquisizione di informazioni sullo scopo e la natura della prestazione professionale.
Nella pratica quotidiana, gestire manualmente i vari adempimenti legati all’antiriciclaggio con strumenti generici come Excel comporta rischi concreti. È infatti facile incappare in errori come quelli legati alle scadenze o le modalità di conservazione dei documenti, per fare degli esempi.
Il commercialista deve inoltre monitorare costantemente i rapporti con i clienti, valutare eventuali operazioni sospette e, quando necessario, procedere con la segnalazione all’UIF: l’Unità di Informazione Finanziaria gestita dalla Banca d’Italia. Tutto questo mentre continua a svolgere le sue normali attività professionali.
In questo contesto, dotarsi di un software antiriciclaggio in cloud rappresenta una scelta che riesce a fare la differenza, tanto per i commercialisti quanto per i loro assistiti.
Si tratta di programmi gestionali che consentono di automatizzare diversi processi, a cominciare dalla valutazione del rischio cliente, passando per la produzione del fascicolo digitale, fino alla gestione delle scadenze e all’archiviazione della documentazione.
Un software di ultima generazione deve conformarsi alle linee guida del CNDCEC e aggiornarsi automaticamente di pari passo alle novità normative. Si rivela, così, uno strumento che aiuta ad avere sempre tutto sotto controllo, riducendo drasticamente il carico amministrativo e minimizzando i rischi di non conformità.
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