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Prestito Inpdap per dipendenti pubblici: novità 2018

di Redazione Picenotime

martedì 08 maggio 2018

I prestiti Inpdap sono in realtà i prestiti ex Inpdap e così sono da molti riconosciuti. Si tratta di una particolare tipologia di prestito in voga sin dagli anni ’50, quando hanno finanziato le vacanze e in consumi di italiani che si avviavano verso il boom economico. 

Ad oggi il prestito Inpadap è conosciuto e sfruttato specialmente dai dipendenti pubblici e statali, ma si parla di prestiti ex Inpdap perché ormai dal 2012 la gestione degli affari di questo ente ha cambiato locazione.

Le funzioni dell’Inpdap sono ufficialmente passate nelle mani dell’Inps, ma questo non ha reso impossibile la richiesta di prestiti da parte dei dipendenti pubblici, anzi forse si può dire che arrivati al 2018 il servizio sia diventato più conveniente ed efficiente. 

Ad oggi il prestito personale ex Inpdap può offrire ai dipendenti pubblici molte tipologie di prestiti a tassi agevolati e piuttosto convenienti come:

Piccoli prestiti

Prestiti pluriennali diretti

Prestiti garantiti

Ora andiamo ad approfondire l’argomento anche per capire che tipo di novità ci sono per i prestiti Inpdap nel 2018. Richiedere uno di questi prestiti infatti può non essere semplice in particolar modo per le problematiche burocratiche che possono sollevare.

Prestiti Inpdap per dipendenti pubblici

I prestiti personali per dipendenti pubblici sono erogati soltanto per coloro che hanno lavorato negli uffici statali o nel ramo della pubblica amministrazione. 

Quando si richiede questo tipo di prestiti si è già sicuri di una cosa: si tratta sempre e comunque di prestiti concessi con la formula della cessione del quinto, ma questo cosa significa?

Niente di particolare, anzi è una scelta da parte dell’amministrazione che rende la richiesta e la concessione del prestito anche più semplice rispetto ad altre forme di finanziamento. 

Come funziona la cessione del quinto? In realtà è molto semplice e conveniente. Quando si cede il quinto ci si riferisce al quinto del proprio stipendio. 

Fare la “cessione” significa letteralmente cedere il 20% di quanto si guadagna mensilmente per un certo periodo di tempo al fine di onorare il piano di ammortamento. 

Il grande vantaggio è che il processo avviene in maniera del tutto automatica, quindi al momento della richiesta della cessione del quinto si fa anche delega agli uffici di trattenere direttamente il quinto dalla busta paga.

Questo agevola il richiedente che quindi non avrà costi relativi alle tasse sui bollettini. Non dovrà recarsi in posta mensilmente e avrà anche un risparmio sull’invio e la ricezione di report e bollettini di pagamento cartacei.

Come viene concesso il prestito?

Chi prende in carico la richiesta di cessione del quinto per i prestiti ex Inpdap?

Si può fare richiesta direttamente all’Inps e sarà così che il prestito viene gestito ed erogato direttamente dall’Ente Pensionistico Italiano tramite una cassa creata appositamente ovvero il Fondo di Credito della Gestione Unitaria. 

La seconda opzione prevede che il prestito venga erogato direttamente da un qualche istituto di credito correlato all’INPS e con esso convenzionato. 

I prestiti così concessi hanno una durata massima del finanziamento di 10 anni, tutto dipende dall’ammontare del prestito richiesto e dall’ammontare del proprio stipendio mensile. Sono questi i parametri che vengono valutati al momento della richiesta. 

I prestiti per dipendenti: come funzionano?

I prestiti possono essere di piccola entità e allora sono anche di breve durata, fino a 4 anni di finanziamento. In questo caso è direttamente l’Inps l’ente al quale si dovrà chiedere l’erogazione. 

Il principale requisito richiesto per ottenere questo tipo di prestito è quello di essere dipendenti o pensionati del settore pubblico e soprattutto che si sia stati iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni Creditizie e Sociali almeno per 4 anni. 

I finanziamenti Inpdap rientrano nella categoria dei prestiti personali per questo non è necessario offrire spiegazioni su come si userà la somma ricevuta in prestito. Ciò avviene solo nei casi dei prestiti finalizzati.

Il tasso di interesse annuo per questi prestiti è agevolato e ammonta solo a 4,25% di conseguenza la rata mensile non subisce mai variazioni per tutta la durata del finanziamento. 

Il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) invece ammonta solo allo 0,50% del costo complessivo del finanziamento. Quindi è chiaro che ci troviamo di fronte a una tipologia di prestito a tasso agevolato. 

Il TAEG comprende anche le spese di amministrazione del prestito. 

Quali cifre si possono ottenere?

Ci sono due parametri che determinano l’ammontare massimo che si può richiedere con questa tipologia di prestito. Il primo parametro da tenere in conto è la durata e il secondo è il fatto che parliamo di un prestito di cessione del quinto.

Siccome la rata non può ammontare a più del 20% di quanto si percepisce ogni mese, ecco che anche le somme che si possono richiedere non sono esorbitanti. In genere si può richiedere circa 6000 euro per quei dipendenti che guadagnano circa 1500 euro al mese o cifre simili.