Qual è l'iter da seguire per diventare sommelier?
di Redazione Picenotime
martedì 23 aprile 2019
Per diventare sommelier di provata affidabilità non è necessario sacrificare interi anni della propria vita sull'altare della formazione: basta riuscire a individuare il corso giusto, cioè basato su un programma snello dal primo al terzo livello. Non è un caso, tra l'altro, che in Inghilterra e in Francia - che costituiscono i mercati più importanti al mondo in questo settore - i corsi incentrati sul vino presentino proprio queste caratteristiche. Insomma, sono poche le ore di formazione che si devono affrontare in aula, fermo restando che l'aggiornamento dovrà essere sempre costante: il wine tasting e lo studio, purché fondato su fonti certe e di qualità, non dovrebbero terminare mai.
Cosa si studia in un corso per sommelier
Il programma di un Corso Sommelier Milano prevede, per il primo livello, un'analisi dei concetti di vinificazione e di viticoltura, con approfondimenti mirati sulla vendemmia e sul terroir. Così, è possibile prendere in esame i parametri che condizionano la coltivazione delle uve, i metodi di vinificazione, i cicli di vita e i sistemi di allevamento. Risulta fondamentale, poi, conoscere le più comuni varietà di uve e le relative peculiarità: per quel che riguarda le uve a bacca bianca, si spazia dal Moscato al Sauvignon, passando per lo Chardonnay e il Pinot Gris, senza dimenticare il Riesling e il Gewurtztraminer; per quel che riguarda le uve a bacca rossa, invece, meritano di essere menzionati il Nebbiolo, il Sangiovese, il Merlot, il Cabernet Sauvignon e il Pinot Noir, oltre a Malbec e Syrah.
Sempre nel primo livello rientrano gli insegnamenti che coinvolgono gli stili di produzione fondamentali: i vini da dessert, i fermi secchi, gli aromatizzati, i fortificati e gli spumanti. Non manca un accenno alla produzione delle birre e dei distillati, che si distinguono in distillati di frutta, distillati di cereali e distillati di uva, mentre sul lato pratico vengono chiamati in causa il servizio e la gestione della cantina, la stappatura, la mescita, la tecnica di degustazione del vino e la gestione degli ordini.
La verifica dell'apprendimento
Per verificare che i concetti trasmessi siano stati appresi e interiorizzati in modo efficace, al termine del primo livello è previsto un esame finale, superato il quale si ottiene un certificato di sommelier di primo livello. A questo punto si può decidere di fermarsi o di proseguire nel proprio percorso di formazione, a seconda delle aspettative che si hanno rispetto alla carriera che si intende intraprendere.
Il secondo livello
Il programma del secondo livello si basa sui fattori che determinano lo stile e la qualità del vino, prendendo in esame le differenze tra i vitigni autoctoni e quelli internazionali. E se in Italia tutte le regioni hanno una tradizione vitivinicola, come dimostra il proliferare di DOC e DOCG, nel resto d'Europa bisogna soffermarsi almeno sulla produzione della Germania, su quella della Spagna e su quella della Francia, con riferimento in particolare a Borgogna e Bordeaux.
Il terzo livello
Infine, l'ultimo step dell'iter formativo per un sommelier impeccabile è rappresentato dal corso di terzo livello, con i relativi approfondimenti sui metodi di vinificazione nelle diverse aree del mondo, dalla Grecia al Rodano, dall'Australia a Israele, dalla Nuova Zelanda al Sud Africa, dal Cile all'Argentina, dagli Stati Uniti alla Loira. Una particolare attenzione, poi, viene riservata alla degustazione, fondamentale per valutare il potenziale e la qualità dei vini e dei distillati, mentre non possono mancare insegnamenti e consigli sugli abbinamenti tra i vini e il cibo. Lo studio delle sensazioni organolettiche e la familiarità con i concetti di persistenza e complessità sono imprescindibili per chi ha in mente di diventare un sommelier di riconosciuta esperienza a livello internazionale.
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