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Alla scoperta dell’etichettatura alimentare: cos'è e come funziona

di Redazione Picenotime

mercoledì 15 febbraio 2023

Etichettare un alimento significa fornire al consumatore informazioni importanti che riguardano la sua composizione in fatto di ingredienti, la quantità e la provenienza del prodotto.

Comunicare all'acquirente cosa sta comprando e consumando è un obbligo a cui tutte le aziende devono sottostare, che in Italia attualmente è regolato dalla normativa europea entrata in vigore nel 2011 e aggiornata nel 2021.

Per scoprire nel dettaglio come funziona l'etichettatura alimentare è possibile affidarsi ad aziende specializzate come Food Consulting, società di consulenza che da oltre 20 anni mette a disposizione delle aziende servizi per favorire la sicurezza a 360 gradi nel settore food.

Etichettatura alimentare: dalla data di scadenza alla provenienza degli ingredienti
La data di scadenza inserita sull’etichetta degli alimenti può essere consigliata o specificatamente imposta per quanto riguarda alcuni prodotti freschi.

La differenza risiede nella dicitura, che contiene o meno il termine "preferibilmente". Se presente, significa che il prodotto potrebbe anche essere consumato dopo la data riportata sulla confezione, una possibilità da escludere laddove si scriva in maniera specifica "da consumarsi entro". Si tratta quindi di una dicitura che le aziende devono comunicare con estrema precisione.

Naturalmente, sull’etichettatura alimentare non possono mancare nemmeno indicazioni che riguardano l'azienda produttrice, che dovrà risultare identificabile, nonché la filiera produttiva di alimenti quali carni, uova o farine.

L'origine di un prodotto a base di carne potrebbe essere ricondotta, per esempio, a un allevamento in un’altra città o in un Paese differente rispetto a dove l'animale è stato macellato e la carne lavorata.

La filiera della provenienza delle uova, invece, conterrà anche l'indicazione della tipologia di allevamento, se a terra o meno, biologico o classico. Infine, per quanto concerne farine e prodotti da forno o dolci, occorre indicare la provenienza del grano.

Infine, è bene ricordare che nell'ambito di alimenti che vadano esportati all'estero può essere necessario fare attenzione ad altri aspetti. Per quanto riguarda l’etichettatura, infatti, in altri Paesi può differire nell'impostazione delle informazioni, o anche nell'obbligo di inserire elementi che in Italia non vengono richiesti. 

Gli aggiornamenti della normativa sull’etichettatura alimentare

Con gli ultimi aggiornamenti normativi, la canonica lista di ingredienti si deve arricchire dall'indicazione chiara di presenza di qualunque elemento possa essere fonte di allergie e intolleranze (come per esempio arachidi, glutine e lattosio), così da rendere il consumatore perfettamente consapevole in merito al prodotto acquistato.

Nei prodotti made in Italy, invece, per essere definiti tali, l'ingrediente principale dovrebbe essere presente in almeno il 50% del prodotto finito.

Le sanzioni previste per chi, in maniera consapevole o meno, apponga l’etichettatura alimentare in maniera non corretta, possono andare da alcune centinaia di euro fino a 40mila nei casi più gravi: per questo motivo, sempre più aziende affidano l’etichettatura a ditte specializzate in sicurezza alimentare, che effettuano il servizio senza margine di errore.

L'etichetta deve essere presente in ogni fase della distribuzione del prodotto, specialmente se piuttosto complessa: si parla quindi di etichettare i bancali, le confezioni esterne in qualunque forma si presentino, nonché quelle singole rappresentate, ad esempio, da un alimento che venga inserito in una macchina che distribuisce snack.

L’etichettatura alimentare consente anche ai trasportatori stessi di individuare subito gli alimenti che necessitano di una catena del freddo che non vada interrotta, ad esempio riservando camion refrigerati alla temperatura adeguata (tra gli 0 e i - 5 gradi per i freschi e fino ai - 20 per i surgelati). In tal senso, si tuteleranno tutti i singoli componenti della catena di distribuzione, dal produttore fino all'erogatore finale, nonché il consumatore stesso.