Coltivare i semi di cannabis in ambito domestico oggi è consentito e non rappresenta più un reato che possa essere perseguito dalla legge. Ecco perché sono davvero numerosi gli imprenditori e gli agricoltori che hanno dedicato denaro e passione a questo tipo di coltivazione, approfittando di una domanda che sta conoscendo una crescita costante e che, di conseguenza, è in grado di assicurare ritorni economici di un certo livello. La canapa ha notevoli potenzialità, e quella light si contraddistingue per notevoli benefici che sono stati messi in evidenza e confermati da ricerche scientifiche che non sono passate inosservate agli occhi dei consumatori e dei cittadini.
Non tutti sanno che i semi di cannabis vantano un notevole apporto di vitamine e di proteine: questo è il motivo per il quale possono trovare ampia diffusione in ambito alimentare. La canapa è raccomandata non solo ai vegani e a coloro che seguono un regime alimentare vegetariano, ma anche alle persone che soffrono di celiachia.
Attualmente tante persone si impegnano nella coltivazione in casa dei semi di canapa, dedicando amore ed entusiasmo anche senza avere una specifica competenza in questo ambito. L’erba light ha il vantaggio di poter essere riprodotta con facilità in ambito domestico, attraverso la coltivazione in giardino o sul balcone. Nel caso in cui le condizioni climatiche siano proibitive, per altro, si può propendere per la coltivazione indoor, utilizzando i locali interni della casa, in modo da poter usufruire di cicli di produzione continua che potranno essere monitorati con la massima attenzione e in modo costante. Ma qual è l’iter che è necessario seguire per la coltivazione in casa? In primis è indispensabile comprare semi certificati e tenere da parte la documentazione relativa, insieme con le fatture di acquisto, per non meno di un anno. Per poter essere considerati i legali i semi devono essere caratterizzati da un livello di THC modesto: ciò vuol dire che non c’è alcun effetto stupefacente, ma solo un’azione che produrrà benessere per tutto l’organismo.
In linea di massima la coltivazione indoor si lascia preferire, sia per una questione di riservatezza, sia perché permette di approfittare di un costante monitoraggio sulla produzione, in modo particolare per quel che concerne i livelli di umidità e la temperatura. Questi sono solo alcune delle numerose variabili in grado di avere un effetto positivo o negativo sulla crescita delle piante (e non va dimenticato l’impatto dei parassiti).
Per cominciare a coltivare la cannabis in casa si deve partire dalla germinazione, che richiede che il terriccio venga preparato in maniera appropriata con tutti gli elementi nutrienti del caso. Dopo che sono stati messi a dimora, i semi di canapa light devono essere annaffiati quando necessario, evitando quantità troppo abbondanti. Se si opta per la coltivazione indoor ci potrebbe essere bisogno di lampade ad hoc, con l’aiuto delle quali le piante vengono aiutate a produrre le infiorescenze beneficiando di una crescita rigogliosa.
Grazie ai kit specifici che si possono trovare in commercio, la coltivazione della canapa light è un hobby disponibile per tutti: tali kit, infatti, comprendono tutto quello di cui si può avere bisogno per avviare la coltivazione da soli, in modo del tutto legale e sicuro. Volendo, poi, si possono comprare semi di canapa femminizzati: si tratta di semi da cui derivano unicamente piante femmine, da cui potrà essere ricavato il polline che occorre per produrre altri semi. Le proprietà della marijuana, poi, sono ormai riconosciute a livello scientifico.
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