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Quanto costa ristrutturare il bagno: incentivi e detrazioni

di Redazione Picenotime

venerdì 19 novembre 2021

Per sapere quanto costa ristrutturare il bagno è utile conoscere da vicino tutte le indicazioni contenute nel bonus ristrutturazione, tenendo conto della differenza tra la manutenzione ordinaria e quella straordinaria. Il bonus ristrutturazioni, che insieme al superbonus 110% è stato confermato dal governo italiano con la più recente Legge di Bilancio, ma bisogna sapere che la detrazione fiscale non si estende a tutti i lavori che si possono effettuare in questo locale della casa.

Quali lavori valgono per le agevolazioni fiscali

Secondo il Decreto Ristrutturazioni, per avere accesso alle agevolazioni fiscali è necessario che i lavori riguardino la messa a norma, le opere di rinnovamento o il rifacimento dell’impianto idrico e sanitario. Questi tipi di interventi, infatti, rientrano nella più ampia categoria della manutenzione straordinaria.

Al contrario, la semplice sostituzione dei sanitari consiste in un’opera di manutenzione ordinaria e di conseguenza non consente di usufruire della detrazione: cambiare il water e il bidet non genera alcun tipo di miglioramento, eccezion fatta per quelli di natura estetica.

Ma attenzione: nel caso in cui la sostituzione dei sanitari venga effettuata nel contesto di interventi di rinnovamento degli impianti, ecco che i costi affrontati per questa spesa entrano a far parte di quelli detraibili.

Anche le spese che devono essere sostenute per l’abbattimento delle barriere architettoniche possono essere detratte. Si tratta, per esempio, dei lavoratori di muratura che comportano la sostituzione dei sanitari con nuovi modelli rialzati, oppure dell’ampliamento della porta di ingresso, o ancora della predisposizione della vasca da bagno in modo da rendere più agevole l’accesso.

In tutti questi casi i costi sostenuti possono essere portati in detrazione nella dichiarazione dei redditi.

L’aliquota del 50%

Per capire meglio le detrazioni fiscali ci siamo avvalsi della consulenza di Denco Edil Doccia un azienda specializzata nella ristrutturazione di bagni ad Ancona e in tutto il territorio marchigiano, che ci ha spiegato che l’agevolazione fiscale di cui si può beneficiare è rappresentata da una detrazione Irpef pari al 50% della spesa affrontata, con una soglia massima di 96mila euro di ammontare complessivo (importo che, in tutta onestà, è difficile raggiungere solo con una ristrutturazione del bagno).

Quindi si può affermare che, grazie alle detrazioni fiscali, ristrutturare il bagno costa la metà di quel che effettivamente si spende. La detrazione, poi, sarà distribuita nell’arco di dieci anni per dieci rate (una all’anno) tutte dello stesso importo. In dichiarazione dei redditi è possibile detrarre fino a 48mila euro, vale a dire il 50% di 96mila euro.

Un esempio concreto può essere di aiuto per avere le idee più chiare in merito. Ipotizzando che la spesa da sostenere per la ristrutturazione del bagno sia di 8mila euro, la detrazione complessiva sarà di 4mila euro, il che vuol dire che ogni anno verranno detratti dalle tasse da pagare 400 euro per dieci anni.

Il diritto alla detrazione

Ma come funzionano di preciso le detrazioni in questo ambito? Prima di tutto è necessario specificare che la detrazione non è altro che un rimborso di ciò che si versa per l’Irpef allo Stato in fase di dichiarazione dei redditi. Si dice che il diritto alla detrazione sia fino a capienza Irpef. Nell’ipotesi in cui la capienza di un contribuente sia di 8.500 euro (cioè egli debba versare allo Stato questa cifra), anche se la rata annuale fosse superiore (per esempio 9mila euro), il rimborso massimo a cui avrebbe diritto sarebbe in ogni caso di 8.500 euro.

Per altro, la quota in eccesso (in questo caso ipotetico, 500 euro) non slitta all’anno dopo e non consente nessun altro tipo di rimborso: in poche parole, è destinata a essere persa.

C’è di buono, però, che si può cumulare il bonus per la ristrutturazione del bagno con il bonus mobili ed elettrodomestici.

Come si paga

Per usufruire delle detrazioni fiscali correlate alle spese sostenute per la ristrutturazione del bagno, è indispensabile il tracciamento dei pagamenti, i quali devono essere effettuati con un bonifico – bancario o postale – parlante.

 In questo bonifico devono essere indicati:

1.       il numero e la data della fattura (se sono stati eseguiti più lavori, il numero e la data di tutte le fatture necessarie)

2.       il codice fiscale del soggetto che ottiene la detrazione

3.       il codice fiscale del soggetto che riceve il pagamento (o il numero della sua partita Iva).

Non può mancare, inoltre, la causale del versamento che deve contenere il riferimento normativo all’art. 16 bis del Dpr 917 del 1986. Da quanto si è appena detto, si deduce che i lavori non possono essere pagati in contanti, con il bancomat, con la carta di credito o con l’assegno.

Chi può ottenere gli incentivi fiscali per la ristrutturazione del bagno

Il beneficio fiscale della detrazione viene concesso ai proprietari degli immobili e a chi ha la nuda proprietà. Si può usufruire di questo tipo di agevolazione anche nel caso in cui i lavori vengano effettuati in una seconda casa.

Vale la pena di ricordare che la riparazione di una tubatura guasta richiede un tipo di intervento di manutenzione ordinaria che, come si è visto, non si può portare in detrazione.

Il rifacimento complessivo del bagno, invece, richiede di inoltrare la comunicazione di inizio lavori (la CILA) all’Ufficio Tecnico del Comune di riferimento in cui l’immobile è situato.