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Rifiuti pericolosi: quali sono e caratteristiche

di Redazione Picenotime

giovedì 18 aprile 2024

La categorizzazione dei rifiuti secondo le linee guida del Ministero dell'Ambiente si divide principalmente in due tipologie: i rifiuti urbani, che derivano dalle attività civili, e i rifiuti speciali, associati alle produzioni industriali e commerciali. All'interno di entrambe queste macro-categorie, si distinguono i rifiuti pericolosi da quelli non pericolosi.

I rifiuti urbani pericolosi comprendono materiali quali farmaci scaduti e batterie esauste, generati da attività quotidiane. D'altra parte, i rifiuti speciali pericolosi sono prodotti da processi industriali e commerciali, come il settore tessile, conciario e petrolifero, oltre a quelli legati alla ricerca medica e veterinaria.

È fondamentale gestire correttamente lo smaltimento di questi rifiuti per evitare danni all'ambiente e alla salute umana, in quanto contengono sostanze nocive che possono persistere nell'ambiente per lunghi periodi. Una gestione adeguata comporta il ricorso a pratiche di smaltimento sicure e autorizzate, garantendo così la protezione dell'ecosistema e della salute pubblica.

In questo senso contattare un’azienda di smaltimento rifiuti pericolosi può essere assolutamente un’ottima idea, in modo da poter contare sul supporto di esperti e capire come agire in una situazione delicata e complessa.

In ogni caso la classificazione dei rifiuti in categorie di pericolosità è determinata principalmente dalla presenza all'interno dei materiali di sostanze nocive che possono causare danni all'ambiente e alla salute umana.

 Secondo il Regolamento 1357/2014, le sostanze pericolose sono classificate e la normativa specifica le disposizioni per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi e l'individuazione di tali rifiuti.

Come fare a riconoscere i rifiuti speciali?

I rifiuti speciali, conformemente alla normativa vigente, devono essere adeguatamente etichettati. Quando vengono trasportati, l'etichettatura dei rifiuti pericolosi deve essere integrata con i marchi e le etichette richiesti per il trasporto di merci pericolose su strada secondo il regolamento ADR.

L'etichetta standard per i rifiuti pericolosi è una R maiuscola su sfondo giallo.

Una lista dei rifiuti pericolosi è stabilita dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, allegato D. Questa lista include una vasta gamma di materiali, tra cui scarti di raffinazione del petrolio, sottoprodotti di processi chimici industriali, scarti metallurgici, rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, solventi, oli esausti, batterie, rifiuti dei processi di trattamento delle acque reflue e molti altri.

La pericolosità dei rifiuti è determinata dalle loro proprietà fisiche e chimiche che possono causare danni diretti o indiretti alla salute umana e all'ambiente. Queste proprietà comprendono la capacità di esplodere, di reagire fortemente con altre sostanze, di infiammarsi facilmente, di irritare, di essere tossici, cancerogeni, corrosivi, infettivi, mutageni, sensibilizzanti, ecotossici o di generare gas tossici quando a contatto con acqua, aria o acidi.

Il codice C.E.R (Codice Europeo Rifiuti) è un sistema di classificazione a sei cifre che identifica l'origine, il processo di generazione e il tipo di rifiuto. I rifiuti pericolosi sono distinti dai rifiuti non pericolosi tramite l'aggiunta di un asterisco dopo l'ultima coppia di cifre del codice CER.

La gestione dei rifiuti pericolosi in Italia è regolamentata in modo dettagliato, richiedendo un trattamento separato e l'uso di operatori specializzati e autorizzati.