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Semi di cannabis, tipologie e normativa italiana

di Redazione Picenotime

venerdì 28 luglio 2023

I semi di cannabis sono elementi di dimensioni molto ridotte che nascono all’interno dei boccioli delle piante di cannabis e che servono per consentire la nascita di nuove piantine; prima di svilupparsi, i semi di cannabis non contengono alcuna sostanza psicotropa, trattandosi solo di semi, motivo per il quale, oggi, la loro vendita così come la coltivazione non è vietata.
In Italia, la legge che regolamenta la cannabis è piuttosto rigida e vieta la coltivazione, la produzione e la vendita di cannabis ad eccezione di alcune specifiche circostanze. Tuttavia, la coltivazione di cannabis per uso personale è consentita, a condizione che la quantità prodotta non superi una soglia definita dalla legge (attualmente 4 piante).

Tipologie di semi di cannabis

Prima di approfondire ulteriormente il discorso legato alla normativa italiana in tema di semi di cannabis vediamo quali sono le tipologie presenti oggi sul mercato, visto che in rete e anche negli shop fisici prolifera questo genere di prodotto. Infatti esistono diverse varietà di semi di cannabis, ognuna con caratteristiche ed effetti diversi.
I prodotti maggiormente ricercati sono i cosiddetti
semi femminizzati, quelli che danno vita ad altre piante femminili in grado quindi di sviluppare ulteriori infiorescenze e ricche di cannabinoidi. È possibile optare per semi femminizzati autofiorenti, che prevedono un processo di coltivazione molto più rapido e semplificato.
In linea generale la scelta dei semi dipende dalle preferenze personali e dagli obiettivi di coltivazione: sono disponibili ampie gamme di semi di cannabis sul mercato, ognuno con caratteristiche specifiche in termini di effetti, sapore e resa

La normativa italiana

L’aspetto normativo è piuttosto confuso e dibattuto quando si parla di coltivazione e vendita di semi di cannabis in Italia. Come si diceva, acquistare semi di cannabis è del tutto legale in quanto si parla di prodotti che ancora non contengono alcuna sostanza psicotropa a quindi vietata. Si tratta di semplici semi, senza alcuna sostanza vietata (il Thc ad esempio si sviluppa successivamente in fase di germinazione e crescita della nuova pianta).
I semi di cannabis possono quindi essere venduti liberamente, ma poi il loro utilizzi prevede forti restrizioni; e qui entra in gioco il primo elemento contraddittorio della legge italiana in materia di semi di cannabis. Coltivare i semi può portare allo sviluppo di infiorescenze che contengono cannabinoidi, tra i quali anche il Thc, che come detto è vietato in quanto responsabile dell’effetto sballo della cannabis.
Si è cercato di porre rimedio a questa distonia con la legge n. 242 del 2016, che preveda la possibilità di coltivare piante di cannabis in grado di generare marijuana legale, ovvero con fiori contenenti una quantità di Thc inferiore allo 0,2%.