Diventare un imprenditore agricolo: la guida
di Redazione Picenotime
giovedì 27 aprile 2023
Gli ultimi due anni sono stati testimoni di un cambiamento epocale nel modo di vivere le persone. A mutare non sono state solo le esigenze in termini di spazi (già nel 2021 si registrava un cambio di rotta nel settore immobiliare: chi viveva in periferia, con uno spazio verde, si diceva più felice di chi possedeva un appartamento in città), ma anche la visione della vita ha assunto una veste più ampia.
Great Generation, così è stata chiamata negli Stati Uniti la tendenza ad abbandonare il posto fisso in cerca di uno stile di vita migliore, più umano, più radicato con la natura.
In quest’ottica, se molti hanno iniziato a viaggiare lavorando da remoto e ampliando la categoria dei cosiddetti “nomadi digitali”, altri hanno preferito un ritorno alle origini: la vita lenta tra i campi, a contatto con la terra e con i frutti che essa produce.
Benché questo sradicamento dalla vita cittadina sia possibile in qualsiasi momento e a qualsiasi età, improvvisarsi agricoltori è tutto fuorché consigliato, almeno senza un piano ben preciso. Sì, perché tanto quanto avviene in un qualsiasi ufficio, anche per lavorare i campi è necessario avere un business plan chiaro oltre che un piano di fattibilità realistico.
Vediamo, dunque, come diventare un imprenditore agricolo, quali sono gli aspetti da tenere in considerazione e quali gli step per attuare il cambiamento.
1 - Scegli cosa coltivare
La scelta della coltivazione è il primo passo per rendere possibile l’avverarsi di un sogno bucolico, tuttavia non è cosa da poco.
Si può optare per l’allevamento di bestiame così come per la commercializzazione di ortaggi, verdura e frutta; per l’apicoltura, lavorando prodotti come miele, pappa reale o cera, o per l’allevamento di lombrichi (per la conversione di rifiuti in fertilizzanti) o di lumache (per la carne o la cosmesi). Aldilà delle proprie attitudini alla coltivazione, tuttavia, sarà necessario un passaggio successivo: lo studio del target di riferimento.
2 - Trova il tuo target
Così come per qualsiasi altro prodotto che viene immesso sul mercato, anche il tipo di coltivazione scelto deve rispondere alle esigenze del mercato. Sarà quindi necessario capire se il tuo potenziale raccolto può coprire un bisogno del territorio in cui andrai a lavorare, se hai già molta concorrenza, il modo in cui ti pagheranno e così via. È fondamentale porsi tutte queste domande per evitare di avviare un progetto che, seppur perfetto sotto ogni punto di vista, potrebbe non trovare mercato e, dunque, fallire.
3 - Scegli il campo giusto
Fondamentale, ancora, è la scelta del terreno. Lo studio topografico del suolo a disposizione (di proprietà o affittato che sia) dovrà passare da professionisti come agronomi che ne conoscono le proprietà per consigliare questa o quell’altra coltivazione.
Non si può prescindere dall’individuare la presenza di corsi d’acqua nelle vicinanze. Più lontani questi saranno più ci sarà la necessità di installare dei serbatoi per avvicinare l’acqua al campo da irrigare. In questo caso si dovrà prevedere anche l’acquisto di un mezzo adeguato a svolgere questo compito. Sarà poi fondamentale una assicurazione agricola che ci copra da eventuali danni provocati a terzi, ai nostri beni o al raccolto.
Inoltre, la scelta di cosa coltivare dipende anche dal fattore proprietà: se il campo è preso in affitto è sconsigliato, per esempio, piantare alberi da frutto che impiegano 6-7 anni prima di restituire un vero e proprio raccolto.
4 - Avere un’idea chiara dei costi
Si tratta di capire quali saranno i costi reali a cui si andrà incontro per ogni tipo di coltivazione.
Da tenere in considerazione, certamente, ci sono:
- i costi di installazione (di impianti idrici, di serre ecc. ecc.)
- i costi iniziali di acquisto di piante e/o semi, così come di mangime
- i costi dei fertilizzanti
- i costi di lavoro, stoccaggio e macchinari per la semina
- i costi di irrigazione
- i costi di assicurazione di raccolto e mezzi
5 - Conoscere regolamenti e clima
Infine, conoscere i regolamenti del territorio così come quelli inseriti nel contratto d’affitto del campo aiuterà ad avviare l’attività con tranquillità e in totale trasparenza.

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