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Prezzo del petrolio cresce: risale la speculazione sulla benzina

di Redazione Picenotime

martedì 06 luglio 2021

Nel corso degli ultimi mesi c’erano state diverse previsioni di natura prevalentemente ottimistica in riferimento a un più basso consumo di petrolio. Ebbene, nel giro di qualche settimana sembrano essersi completamente azzerate o, perlomeno, lo dovrebbero fare a breve.

La mossa da “scacco matto” è arrivata in corrispondenza al termine dell’emergenza pandemica, grazie alla progressione che ha caratterizzato il piano vaccinale. Ebbene, buona parte dei Paesi che si trovano nella parte occidentale del pianeta, ha dovuto fare i conti con un nuovo impatto estremamente importante del petrolio, con un aumento massiccio nell’uso delle vetture e un conseguente incremento pazzesco ovviamente anche nel consumo di benzina. Questa si può considerare la sola motivazione che spinge il prezzo petrolio verso l’alto.

La situazione attuale

Certo, non siamo ancora avvicinati alle soglie allarmanti, visto che la quotazione dell’oro nero resta in ogni caso al di sotto del muro limite degli 80 dollari al barile, eppure diversi addetti ai lavori non si sono certo tirati indietro nel mettere in evidenza come sia attesa un’importante crescita che prenderà il via già nel corso delle prossime settimane.

Come si può facilmente intuire, si tratta di una tipica speculazione che è targata OPEC+ che, in base al periodo e ad altre considerazioni, va a bloccare piuttosto che stimolare nuovamente la produzione. Scendendo un po’ di più nei particolari, il consorzio dei produttori deve chiaramente ancora cercare di smaltire tutte quelle storie che si sono formate nel corso dei lockdown e la sua volontà non è certo quella di rilanciare la distribuzione oppure la fornitura.

La spinta verso mezzi di mobilità green

È abbastanza facile come tutta questa situazione, abbia rappresentato, da un lato, una spinta sempre più forte per alcune persone, in modo particolare i pendolari, nella scelta di mezzi di movimento alternativi, che vadano a consumare di meno e, al contempo, presentino anche un costo decisamente più contenuto.

Il problema, però, è che certe tradizioni è davvero complicato sradicarle, in modo particolare da alcuni popoli, come ad esempio quello italiano. Sarà notevolmente difficile, infatti, che si possa salutare per sempre il tradizionale motore termico solo ed esclusivamente per via del fatto che la benzina ha visto salire il suo prezzo. Certo, una situazione diversa potrebbe materializzarsi nel caso in cui i vari aumenti, nel giro dei prossimi dodici mesi, non vadano a oltrepassare le soglie da primato che sono già state toccato negli ultimi anni, nel momento in cui per un litro di benzina si è arrivati a spendere anche 2 euro.

Ad ogni modo, tutta la situazione è in fase di stallo, ma a preoccupare è un aspetto in modo particolare. Ovvero, che i carburanti fossili, così come le varie multinazionali che ne detengono il controllo, possono vantare anche un dominio incontrollato nel settore della mobilità. Lo scenario potrebbe essere oggetto di un mutamento importante solo nel corso dei prossimi anni, quando entreranno in vigore delle nuove previsioni di legge che riguardano le limitazioni, e in alcuni casi pure lo stop al 100%, dei propulsori che si muovono a benzina o diesel.

Solo ed esclusivamente in quel momento, ecco che OPEC+ e tutte le varie multinazionali che si occupano di questo settore, dovranno affrontare un ruolo che non sarà più quello del monopolista assoluto. Detto questo, però, ci sono poche speranze per i mesi venire, dato che si tratta di un trend che tenderà a emergere solo sul lungo periodo. In ogni caso, nel corso delle ultime ore le Borse Europee hanno fatto registrare un lieve calo, con i prodotti petroliferi che scendono leggermente. Rimane piuttosto in equilibrio, invece, il prezzo del petrolio Brent, bloccato a76,25 dollari al barile.