Ci sono città dove il calcio è solo uno sport, e poi c’è Ascoli.
Qui il pallone è una questione di identità, di appartenenza, quasi di famiglia.
Ogni partita al Del Duca è un piccolo rito collettivo: il profumo dei panini, le bandiere bianconere che si muovono nel vento, la voce della curva che canta anche quando piove.
Persino marchi lontani dal mondo del pallone, come Spinfin casino, hanno raccontato questo spirito nelle loro campagne – perché l’Ascoli non è solo una squadra, è un simbolo di passione, tenacia e memoria.

Un amore lungo più di un secolo
L’Ascoli Calcio nasce nel 1898, in un’Italia completamente diversa.
Più di cent’anni dopo, la squadra continua a rappresentare lo stesso sogno: quello di una città piccola ma orgogliosa, capace di alzare la testa anche contro i giganti.
Ogni decennio ha avuto la sua partita, il suo eroe, il suo ricordo che ancora oggi vive nei racconti dei tifosi.
Anno | Avversario | Risultato | Competizione | Significato |
1974 | Lecce | 2-1 | Serie B | La vittoria che regala la prima, storica promozione in Serie A |
1978 | Juventus | 1-0 | Serie A | Il giorno in cui Ascoli batté i campioni d’Italia |
1980 | Inter | 3-2 | Serie A | Una rimonta indimenticabile che fece impazzire il Del Duca |
1982 | Milan | 2-2 | Serie A | Il pareggio che condannò il Milan alla retrocessione |
1987 | Bologna | 2-0 | Serie B | Il ritorno in Serie A dopo anni difficili |
1992 | Bari | 1-0 | Coppa Italia | La qualificazione storica agli ottavi |
2005 | Torino | 2-1 | Serie B | Il ripescaggio che riportò Ascoli in A |
2006 | Roma | 3-1 | Serie A | Una delle vittorie più belle dell’epoca moderna |
2016 | Virtus Entella | 1-0 | Serie B | La salvezza conquistata all’ultima giornata |
2022 | Benevento | 2-0 | Playoff Serie B | Il sogno di tornare tra i grandi |
Negli anni Settanta e Ottanta, Ascoli era qualcosa di speciale.
Il presidente Costantino Rozzi, con la sua passione e il suo carisma, riuscì a trasformare una realtà di provincia in una squadra rispettata da tutta Italia.
Vincere contro Juventus e Inter non era solo un risultato sportivo, era un segnale: anche una piccola città può scrivere la sua storia. Lo stadio Del Duca era un catino bollente.
Le tribune piene, le voci fuse in un’unica melodia.
Chi c’era lo racconta ancora oggi con gli occhi lucidi: “Sembrava di vivere un sogno.”
Ascoli non ha mai avuto i soldi delle grandi squadre, ma ha sempre avuto qualcosa che non si compra: l’anima.
Ogni vittoria, anche in Serie B, è vissuta come un trionfo collettivo.
Ogni sconfitta, come una ferita condivisa, che però non divide mai davvero. La città e la squadra crescono insieme.
Quando l’Ascoli cade, tutta la città si rialza con lei.
È questo legame a renderla unica: qui non si tifa solo, si partecipa.
Il ritorno in Serie A del 2005 fu una piccola favola moderna.
Grazie al ripescaggio, l’Ascoli tornò tra i grandi e sorprese tutti per orgoglio e compattezza.
La vittoria contro la Roma nel 2006 resta ancora oggi una delle giornate più belle della storia recente: un Del Duca in festa, una città intera in strada.
Negli anni seguenti ci sono stati alti e bassi, ma l’entusiasmo non è mai svanito.
Anzi, ogni stagione in Serie B è diventata una nuova sfida, un modo per dimostrare che la dignità sportiva non dipende dalla categoria.
Le dieci partite di questa lista non sono solo risultati, sono momenti di vita.
Chi era bambino nel ’74 oggi racconta a suo figlio la prima promozione in A.
Chi ha visto il 3-1 contro la Roma lo considera il suo giorno preferito allo stadio.
È questa continuità che rende grande l’Ascoli: il passaggio del testimone, la memoria che diventa identità.
Ogni generazione aggiunge un capitolo, ma la storia è sempre la stessa – quella di una squadra che non smette di crederci.
Il calcio moderno è veloce, a volte anche troppo.
Con sponsor, algoritmi elostreaming, si corre il rischio di perdere di vista il senso delle cose.
L’Ascoli, invece, cirammentache la magia del calcio si trova nei piccoliparticolari: in uno stadio che tifa, in unagaracombattuta, in una vittoria che sa di casa. Nonoccorronotrofei per essere grandi.
Serve coerenza, cuore e la capacità di restare sé stessi, anche quando il mondomuta.
Ripassarela storia dell’Ascoli attraversoquestidieciincontrièalquantosimile a sfogliare un album di famiglia: unmistodi nostalgia, orgoglio e speranza.
Dalla storica vittoria in Serie B fino alla battaglia per i playoff nel 2022, ogniscontroraccontachi siamo stati e chiambiamoarestare.
Poiché insostanza, l'Ascoli è ciò: una formazione che cade e si solleva, che non si arrende mai, che vive nel cuore di chi laadora.
E finché ci sarà qualcuno disposto a cantare sugli spalti del Del Duca, questa storia non finirà mai.
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