Sublime. Semplicemente ed immensamente sublime. Tania Cagnotto era già entrata da tempo nel firmamento dello sport italiano, dopo i Mondiali di Kazan il suo nome è diventato leggenda. Come Sara Simeoni. Come Valentina Vezzali. Come Stefania Belmondo. Come Deborah Compagnoni. Come Federica Pellegrini.
In Russia, a 30 anni compiuti, la campionessa bolzanina ha espresso il meglio di sè, confermando doti agonistiche fuori dal comune. Un oro strepitoso nella gara da un metro (mai nessuna italiana ci era riuscita prima ai Mondiali) mettendosi alle spalle le cinesi, che nei tuffi dominano da sempre, soprattutto in campo femminile. E poi un altro capolavoro nella gara dai tre metri, specialità olimpica, con un bronzo pesantissimo agguantato all'ultima serie di tuffi sbriciolando le certezze delle avversarie.
Tania è così, risponde sempre presente, è una leonessa in gara, gestisce le pressioni e mantiene costantemente standard altissimi. Gli anni passano, le rivali pure, ma lei sembra ancor più forte, più decisa, più elegante, più sicura dei propri mezzi, in una specialità durissima in cui non si può improvvisare nulla.
E' forte Tania. Lo è stata fin da ragazzina, quando si è avvicinata al mondo dei tuffi con un cognome pesantissimo sulle spalle, quello di papà Giorgio, capace di vincere due argenti e due bronzi alle Olimpiadi dal 1972 al 1980. Non bastasse, la mamma Carmen Casteiner dominava la scena italiana dei tuffi in campo femminile nello stesso periodo in cui il papà e Klaus Dibiasi tenevano alto il tricolore nelle piscine di tutto il mondo.
E' bella Tania, bellissima. 160 centimetri di eleganza, potenza, grazia, talento purissimo. Squalo in gara, senza pietà (sportiva) per le avversarie, dolcissima fuori, sempre sorridente e disponibile, suadente madrina di uno sport difficilissimo, che richiede allenamenti massacranti e costanti, in cui allo sforzo fisico bisogna saper abbinare una tenuta mentale d'acciaio.
E' vincente Tania, fin dall'età di 14 anni. Una predestinata, che vanta una collezione talmente vasta di medaglie che non basterebbe una piscina olimpica per contenerle. Un palmares spaventoso, che cinesi a parte pochissime altre tuffatrici al mondo possono esibire: 9 medaglie (di cui 4 d'oro) ai Mondiali giovanilli, 12 medaglie (di cui 9 d'oro) agli Europei giovanili, 25 medaglie (di cui ben 17 d'oro) agli Europei assoluti e 9 medaglie (una d'oro, 3 d'argento e 5 di bronzo) ai Mondiali assoluti, diventate poi 10 con il bronzo di Kazan nel sincro misto.
Cosa manca? Beh, la medaglia, quella medaglia, troppe volte sfuggita, a Londra addirittura per 20 centesimi di punto. Parliamo della medaglia olimpica, il sogno di qualsiasi atleta. Sembra quasi un delitto, sportivamente parlando, che Tania Cagnotto non l'abbia ancora vinta, ma tant'è. Il fato a volte ti gira le spalle e così le gare a cinque cerchi le hanno regalato "solamente" due quarti posti ed un quinto posto. C'è ancora una chance però, nulla è perduto. Tania ha saputo rialzarsi dalla delusione londinese e subito ha messo nel mirino le Olimpiadi di Rio 2016. Il suo rendimento è rimasto eccellente, addirittura migliorato rispetto al quadriennio scorso, Kazan in quest'ottica ha aumentato certezze e fiducia.
Manca un anno Tania all'appuntamento in Brasile, l'ultimo palcoscenico della tua immensa carriera. Poi ti aspetteranno altre sfide, altre avventure, un matrimonio, un figlio, un'altra vita. Ma ancora per un anno sei la nostra Tania, la Tania d'Italia, la più grande tuffatrice azzurra di tutti i tempi, orgoglio di un paese intero, manifesto internazionale di merito, talento e valori sani, valori purissimi. Grazie, di cuore, per le emozioni che ci hai regalato e per quelle che continuerai a trasmetterci, faremo il tifo per te, ancora per un altro anno, per l'ultima sfida. Tu sola sul trampolino e tutto il mondo a guardarti. Forza Tania, dea dello sport italiano, l'Olimpo ti aspetta...
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