Scaramanzia, non è vero ma ci credo...

di Redazione Picenotime

domenica 29 settembre 2013

"Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, ego me baptizzo contro il malocchio. Puh! Puh!"

Questa è la formula scaramantica con cui Lino Banfi allontanava i cattivi presagi nel film 'Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio'.

Ognuno di noi almeno una volta nella vita si è lasciato andare, anche solo per gioco, ad un gesto scaramantico. Chi non si è mai trovato a 'toccare ferro', o a gettarsi il sale caduto dietro la schiena. Sono atteggiamenti che adottiamo quotidianamente e che scaturiscono dalle nostre piccole superstizioni. Sono pensieri irrazionali, istintivi, di cui a volte non si riesce a fare a meno. 

Gli scienziati lo chiamano 'pensiero magico', che viene preferito a quello razionale perché risulterebbe più utile. Gli esperti spiegano che sotto stress ogni cervello tende a ragionare magicamente ed è una cosa del tutto naturale. La nostra mente in casi estremi fabbrica degli scenari per aiutarci ad affrontare la realtà e già da piccoli sviluppiamo la capacità d’immaginare situazioni che vorremmo si avverassero. Quest'abitudine rimane anche da adulti, come antidoto per alleviare le nostre insicurezze.

Vediamo quali sono i gesti scaramantici più frequenti:

Toccare ferro, è uno dei gesti più diffusi sin dall’antichità, perché a questo metallo venivano attribuite proprietà magiche e difensive molto potenti. Il ferro, inoltre, anticamente era un nome con cui veniva indicata la spada, dunque rappresentava la preparazione alla difesa dai pericoli, in questo caso dalla sfortuna.

Gettare il sale caduto alle spalle significa trasformare la sconfitta in vittoria, e scacciare la sfortuna.

Il corno, rigorosamente rosso e preferibilmente di corallo e fatto a mano, non si compra ma si regala. In caso di necessità se un gatto nero ci attraversa la strada, se passiamo distrattamente sotto una scala, dobbiamo sfregarlo energicamente tra le dita.

Il ferro di cavallo, ci sarebbero tante ipotesi sull'origine di questo talismano, la forma a mezzaluna sarebbe il simbolo della dea Iside, il ferro, metallo con il quale viene prodotto avrebbe un'origine militare. Si tiene appeso dietro la porta d'ingresso, come portafortuna e rimedio contro la jella. Molti raccomandano di appenderlo con le punte rivolte verso l'alto, in caso contrario, la fortuna potrebbe scappare fuori. 

Il gobbo, altro amuleto contro la sfortuna. Si può trovare riprodotto in statuette, la sua sagoma ricorda qualcuno che è curvo sotto il peso di qualcosa. Nel passato questo peso è stato associato alla ricchezza ed alla fecondità. I più superstiziosi, se vedono una persona con la gobba, non esitano a toccarla (porta bene).

Il quadrifoglio, considerato un portafortuna non solo per la sua rarità, ma anche per la sua forma che ricorda una croce, arreca felicità ma non lo si deve cogliere, basta guardarlo e toccarlo.

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OCCHIO, MALOCCHIO, PREZZEMOLO E FINOCCHIO

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