Bierhoff e Mazzone, due 'ascolani' di successo
di Redazione Picenotime
venerdì 09 settembre 2022
Una squadra che prendesse il cuore di tutti nelle Marche è sempre mancata, vista l'assenza di compagini che potessero garantire una presenza costante in Serie A, il torneo più prestigioso e importante d'Italia. Tuttavia, la realtà di Ascoli è sempre stata la più forte della regione, e l'omonima squadra, che veste il bianconero, è nota per aver disputato una serie di stagioni al top del calcio tricolore, soprattutto negli anni '70 e '80. In tale contesto, inoltre, sono esplosi due personaggi fondamentali del calcio, i quali hanno contribuito con il loro lavoro ad alcuni successi molto rilevanti. Parliamo di Oliver Bierhoff, attuale dirigente del calcio tedesco, e Carlo Mazzone, per tutti Carletto, che adesso vive ancora nella città ducale ad Ascoli Piceno dopo essersi ritirato anni fa.
Bierhoff, un bomber totale esploso nel Picchio
Nel calcio, così come nella vita, tutto è possibile, anche quando uno meno se lo aspetta. Lo sa bene Oliver Bierhoff, attaccante tedesco che a metà degli anni '90 ha compreso che poteva diventare uno dei migliori d'Europa e del mondo partendo dalla piccola realtà marchigiana, dove avevano scommesso forte su di lui. Nato nel 1968 e cresciuto facendosi valere soprattutto nel gioco aereo, l'attaccante di Karlsruhe arrivò allo stadio Del Duca nell'estate del 1991 in prestito dall'Inter. La sua prima stagione in bianconero, per giunta in Serie A, non fu delle migliori, e coincise con una triste retrocessione in serie cadetta.
Dall'anno dopo, tuttavia, il teutonico si fece notare per la sua grande abilità in zona goal, diventando l'idolo di Ascoli e attirando l'interesse di una squadra come l'Udinese, dove sarebbe diventato poi capocannoniere della Serie A come nell'annata 1997-98 . Passato poi al Milan, una delle squadre con più possibilità di vincere il campionato, quest'anno soltanto dietro il Napoli, secondo le migliori quote sulla Serie A su calcio.com disponibili in questo momento, Bierhoff avrebbe poi certificato la sua esplosione, vincendo uno storico Scudetto nella primavera del 1999. Prima ancora l'ex ascolano si era imposto anche in nazionale tedesca, con la quale vinse un mitico europeo nel 1996, segnando una doppietta dopo essere entrato nel finale, scrivendo così il suo nome nella gloriosa storia di una delle nazionali più importanti del mondo.
Mazzone, andata e ritorno in gloria
Nato a Roma, dove avrebbe forgiato il suo spiccato carattere istrionico e bonaccione, Carlo Mazzone trovò ad Ascoli il suo buen retiro, quel luogo nel quale sarebbe stato felice per sempre e con poco. Arrivato da calciatore nel 1960, il difensore romano avrebbe disputato ben nove stagioni al Del Duca, dove avrebbe instaurato uno splendido rapporto con la tifoseria. In seguito al suo ritiro dal calcio giocato, prese in mano la squadra come allenatore, certificando del tutto il suo legame con la realtà locale. Una serie di successi importanti sulla panchina della compagine bianconera, tra tutti la storica promozione in Serie A nel 1974 dell’Ascoli , lo rese un idolo assoluto della piazza. Recordman di panchine in Italia, Mazzone è ancora oggi legatissimo ad Ascoli, dove può passeggiare con serenità e sentirsi amato dal pubblico giorno dopo giorno.

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