Storia del Bingo: quanti varianti esistono?

di Redazione Picenotime

lunedì 13 febbraio 2023

Sul bingo c’è molto su cui si possa dire. Chi conosce la tombola avrà senz’altro sentito parlare del Bingo, un gioco ad estrazione dall’anima affine.

Il bingo nasce tra l’altro in Georgia in modo del tutto spontaneo e casuale, il nome deriva da “beano”, letteralmente “fagiolo”, che, storpiato da un vincitore fortunato, arriva ai giorni nostri con il nome di Bingo.

Oggi giorno l’era di internet ci ha abituati a ritrovare tutti i nostri passatempi preferiti online, e da remoto è possibile fare più o meno tutto senza doversi stressare eccessivamente. Esiste infatti anche il Bingo online, che attira l’attenzione di media.

Il gioco prevede una versione tradizionale dove i numeri sono 90, stampati in modo più o meno casuale su una cartella da 15. Questo aspetto può fortemente ricordare la tombola.

Nel Bingo gioco, infatti, basta seguire la selezione dei numeri, e confrontarli con i propri presenti in cartella. Il primo premio ottenibile è la cinquina. Non esistono ambo, terna e quaterna nel Bingo, a differenza della tombola. La regola principale del bingo è quella di fare cinquina e completare l’intera cartella di numeri.

Ma qual è il profilo storico del Bingo?

La storia del bingo si intreccia con quella di almeno cinque paesi del mondo a partire dal 1500. I Paesi in questione sono Italia, Francia, Germania, Stati Uniti.

La sua evoluzione fluttua intorno alla crisi del cinema degli anni ‘50. Una storia intricata, che vede la sua ultima evoluzione nella nascita delle piattaforme online di gioco, dove il bingo è stato trasposto.

Nel 1530 il bingo veniva chiamato “gioco del Lotto d’Italia” nella penisola, resistendo per almeno 300 anni, prima dell’arrivo della Francia e della sua “rivoluzione del bingo”, che prevedeva cartelle a gettoni. 

In Francia nel 1778 vengono aggiunte ulteriori colonne, e si arriva alla combinazione di 90 numeri.

È in Germania che troviamo l’anello di congiunzione capace di spiegare come si è arrivati al nome “bingo”. Lì veniva usato un passatempo di nome Beano per insegnare ai bambini le tabelline. Il nome trasvola dal vecchio continente agli Stati Uniti, dove nasce il prototipo standard da presentare alle fiere di Pittsburgh e Pennsylvania. Il merito è di Hugh J.Ward.

Il bingo si intreccia anche con la storia della Muraglia Cinese: esiste, infatti, la leggenda secondo la quale il lungo sito, divenuto patrimonio UNESCO, lungo quasi 9.000 km sia stato costruito grazie agli introiti del Keno, una forma di passatempo praticamente simile al Bingo, giocato ai tempi della dinastia Ming.

Ad oggi il bingo si gioca principalmente nelle apposite Sale che si trovano in moltissime città in Italia e online sui siti di gioco.