C’è un’atmosfera nuova attorno all’Ascoli. La squadra ha imboccato l’inizio di stagione con passo deciso e identità riconoscibile, sostenuta da una piazza che, tra aspettative e orgoglio, ha ritrovato il gusto di guardare in alto. Il calendario di Serie C Girone B racconta di un cammino competitivo e di un gruppo che sta mettendo insieme punti e consapevolezza: ad oggi i bianconeri navigano nelle primissime posizioni, confermando un ritmo importante e una tendenza che spinge a credere nella continuità. I numeri di classifica e il dettaglio dei risultati delineano il profilo di una candidata credibile, capace di alternare efficacia e goleade, con un rendimento che l’ha già issata al secondo posto a quota 27.
Il simbolo più potente di questo cambio di passo è arrivato nel derby con la Sambenedettese, una partita attesa per quasi quattro decenni e tornata a riempire il “Del Duca” come nelle grandi occasioni. L’Ascoli l’ha vinta 1-0, con una firma di Tommaso Milanese nel primo tempo, in una cornice ad alta intensità agonistica e ad altissimo valore simbolico. La città si è stretta attorno alla squadra e la squadra ha restituito un successo che vale molto più di tre punti: è un tassello identitario, la conferma di una mentalità che sta facendo la differenza.
Il contesto, peraltro, era delicato. Il derby mancava da 39 anni e la vigilia era stata segnata da misure straordinarie d’ordine pubblico: settore ospiti chiuso, zone cuscinetto e pattugliamenti diffusi per evitare frizioni tra le tifoserie. L’evento, a conti fatti, è filato via senza incidenti, restituendo un’immagine di rivalità accesa ma rispettosa, con le istituzioni del territorio – persino il vescovo – impegnate a smussare i toni e a favorire un clima costruttivo. È anche per questo che il successo assume i contorni della “partita-manifesto”: agonismo, appartenenza, maturità.
Dentro il campo, la chiave tecnico-tattica ha seguito il solco già tracciato nelle settimane precedenti. L’Ascoli ha ribadito il 4-2-3-1 come struttura di riferimento, una scelta che esalta la qualità tra le linee e consente pressione organizzata in non possesso. Anche con qualche grattacapo sugli esterni difensivi, il piano gara ha retto, segno di un lavoro metodico che il tecnico Tomei e il suo staff curano con coerenza da inizio stagione. La rete di Milanese – figlia di tempi d’inserimento e freddezza – ha incanalato un confronto ruvido, dove la gestione delle seconde palle e la compattezza tra i reparti hanno pesato quanto le giocate individuali.
Il derby non è un episodio isolato, ma il punto di una linea: il calendario di Lega Pro certifica come il percorso autunnale – dall’avvio contro Pianese e Ternana fino allo scontro con la Samb – abbia messo alla prova la profondità della rosa e la sua resilienza. La sequenza ravvicinata di gare, incastonate in un Girone B storicamente competitivo, rende meritato il posizionamento attuale. A questo si sommano alcune vittorie “pesanti” in trasferta (come a Perugia e Livorno) e score casalinghi larghi che hanno alimentato differenza reti e fiducia. È la costanza, più ancora del picco, a sostenere l’idea di una candidatura seria.
Il contorno societario aiuta a capire perché si respiri ottimismo. L’estate ha sancito l’avvio di un nuovo corso con Bernardino Passeri alla guida del club: un messaggio di discontinuità e di ambizione, accompagnato da una narrazione identitaria – “modello sano, trasparenza, lavoro sul territorio” – e da un piano tecnico che punta su un mix tra esperienza e giovani da valorizzare. La rotta dichiarata è il ritorno immediato in Serie B, step considerato imprescindibile per riaccendere in modo duraturo la piazza e rimettere il Picchio sul sentiero delle categorie superiori. La risposta del campo, finora, sta tenendo il passo di questa visione.
In prospettiva, l’Ascoli sembra avere tre leve principali su cui insistere.
La prima è la continuità del sistema di gioco: il 4-2-3-1 ha fornito automatismi, linee di pressione e spaziature che danno sicurezza. La seconda è la gestione delle energie in un campionato lungo e pieno di trappole: ruotare con criterio, senza snaturarsi, sarà decisivo per attraversare l’inverno senza flessioni. La terza è l’abitudine alle partite “calde”: il derby vinto con la Sambenedettese ha valore formativo e tornerà utile quando i dettagli peseranno il doppio. Il tutto con un occhio ai prossimi incroci del girone, che mantengono elevato il livello di attenzione ogni tre giorni.
C’è poi il tema dell’orizzonte. Ascoli è una piazza storica del calcio italiano e il progetto attuale non ne fa mistero: la risalita in B è il primo passo di un cammino che, nel medio periodo, guarda al ritorno nel massimo campionato e al tornare protagonisti anche nell’ambito di pronostici e quote serie a. È un obiettivo che non si dichiara a gran voce ma si costruisce per sommatoria: sostenibilità gestionale, settore giovanile, infrastrutture e continuità tecnica.
In definitiva, l’inizio di stagione dell’Ascoli mette insieme risultati, identità e visione. La vittoria nel derby ha acceso la scintilla emotiva, la classifica racconta di una squadra concreta, il club ha definito un perimetro valoriale e strategico. Il resto spetterà alla capacità di restare corti, aggressivi e lucidi nelle settimane in cui le gambe peseranno e ogni dettaglio farà classifica. Se il Picchio manterrà questa rotta, l’autunno non sarà soltanto la stagione delle conferme: potrà diventare il preludio di un inverno da protagonista e di una primavera da ricordare.
commenti 0****