La salute della pelle contro i danni dell’infiammazione cronica dell’organismo

L’articolo “The Role and Implications of Epidermal Dysfunction in the Pathogenesis of Inflammaging”,  pubblicato a gennaio 2025 dal Journal of Investigative Dermatology, richiama l’attenzione sugli stretti legami tra le alterazioni dello strato più esterno della pelle, l’epidermide,  e l’infiammazione cronica dell’intero organismo (1) (Nota 1 - La pelle).

L’invecchiamento della pelle comporta un’insufficiente idratazione dello strato esterno, la compromissione della barriera epidermica, l’aumento del pH epidermico, la ridotta produzione di sebo e di ceramidi, ecc., condizioni che sono all’origine dell’infiammazione cutanea (1).

Ne consegue il rilascio di sostanze pro-infiammatorie nel circolo sanguigno,  che progressivamente possono provocare uno stato infiammatorio cronico dell’intero organismo, definito inflammaging (1, 2, 3, ,4, 5).

Come noto questa condizione infiammatoria è collegata alla patogenesi di molte malattie croniche dipendenti dall’età, es.: cardiovascolari, metaboliche, declino cognitivo, malattia di Alzheimer e di Parkinson (1, 6, 7).

Negli ultimi anni le ricerche hanno identificato anche le reciproche interazioni tra la pelle ed il sistema nervoso centrale, denominate asse pelle - cervello, un argomento  approfondito dalla rivista Aging and Disease nel 2024, per le notevoli implicazioni sulla salute dell’organismo (8).

L’infiammazione della cute e dell’intero organismo possono arrecare danni alle strutture cerebrali (8). 

Lo stress cronico, ed i disturbi neuropsichiatrici (es.: depressione, ansia) possono influenzare le condizioni della pelle (8, 9).

Molti di questi meccanismi fisiopatologici sono legati anche al processo d’invecchiamento dell’organismo, un sistema estremamente complesso e composto da vari fattori (10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 20, 21).

Obiettivi ed interventi mirati

Per combattere l’invecchiamento e preservare la salute della pelle, i più recenti studi confermano la necessità e l’efficacia dei trattamenti con (22, 23):

- idratanti ed emollienti cutanei (22), con fattori di protezione contro i raggi UV (22, 24);

- antiossidanti / antinfiammatori per uso topico ed orale (22);

- specifici polifenoli (25, 26, 27) come il resveratrolo dotato di attività simili agli estrogeni (28, 29). Sono molecole che svolgono significative azioni antiossidanti / antinfiammatorie e di modulazione del microbiota intestinale (30);

- varie vitamine (A, gruppo B, C, E) con attività multilivello, inclusi gli effetti antiossidanti / antinfiammatori e rigenerativi attraverso l’uso topico ed orale (30).

Il miglioramento della salute della pelle ottenuto con questi trattamenti contribuisce a:

- attenuare i fenomeni ossido-infiammatori che aggrediscono l’organismo (31, 32, 33);

- ridurre l’insorgenza e lo sviluppo dei segni esterni dell’invecchiamento (rughe, secchezza, macchie cutanee) e delle malattie croniche dipendenti dall’età, inclusi il declino cognitivo e le malattie neurodegenerative (1, 24, 25, 26, 27).

Cognitività e malattie neurodegenerative

A gennaio 2025 Biological Research puntualizza il ruolo critico dello stress ossidativo e dell’infiammazione nella malattia di Parkinson, in presenza di disfunzione mitocondriale, che causano un’incremento della morte dei neuroni (34).

A livello dei neuroni la disfunzione mitocondriale (7) contribuisce in modo incisivo a sviluppare la neuroinfiammazione, cioè lo stato infiammatorio che colpisce le cellule ed i tessuti nervosi (6, 35, 36).

Questo processo fisiopatologico caratterizza anche la malattia di Alzheimer ed i disturbi della cognitività (34-54).

L’infiammazione cronica contribuisce anche alla perdita di memoria, ad iniziare dall’età giovanile (42). Si tratta di un problema spesso associato alla presenza di disturbi cardiometabolici, come le alterazioni del controllo glicemico, l’obesità, il sovrappeso, l’ipertensione arteriosa (43, 44, 45, 46).

Obiettivo rigenerare i mitocondri

Per queste molteplici implicazioni la disfunzione mitocondriale (47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 54) viene sempre più considerata dai ricercatori un fondamentale obiettivo (mitochondria-targeted antioxidants) per la prevenzione delle malattie neurodegenerative, cardiometaboliche ecc. (54).

Nel 2024 la rivista della European Association for Predictive, Preventive and Personalized Medicine ha pubblicato un’articolo completamente dedicato al ruolo dei mitocondri ed alle molecole naturali dotate di specifiche attività utili a conservare o ripristinare le loro funzioni (55). 

Tra queste, il coenzima Q10 è un fattore essenziale per le attività cellulari e di produzione energetica. Nelle malattie neurodegenerative il coenzima Q10 contrasta specifici meccanismi patologici (56, 57), oltre a ridurre i fenomeni ossido-infiammatori (56, 57).

Negli studi clinici pubblicati tra il 2022 ed il 2025,  il coenzima Q10 risulta efficace per prevenire i disturbi cognitivi e di supportare le poche terapie disponibili  (56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64).

Infatti, il coenzima Q10 rallenta il declino cognitivo e contribuisce a migliorare l’insulino resistenza ed il controllo glicemico. Sono risultati molto importanti, perché nei pazienti con ridotta cognitività il diabete, ed il prediabete, sono presenti nel 20-30% dei casi, oltre ad essere tra i fattori scatenanti (63).

Altre molecole attive sono i polifenoli,  come il resveratrolo, utili per contrastare l’invecchiamento ed i processi neurodegenerativi, come  di altre malattie croniche legate all’età (55, 65, 66, 67, 68, 69, 70, 71). Il resveratrolo svolge anche attività simili agli estrogeni, per questo è definito un fitoestrogeno, che dimostra significativi benefici clinici nel pre- e post-menopausa (72, 73, 75). 

Importanza e limiti dell’alimentazione

Le diete a basso impatto infiammatorio, come quella mediterranea, dimostrano effetti neuroprotettivi (76, 77, 78, 79, 80). Risultati confermati dall’analisi pubblicata da Geroscience a gennaio 2025.

Seguire in modo scrupoloso lo stile alimentare mediterraneo riduce del 10-30% del rischio di problemi cognitivi, demenza, ed Alzheimer, grazie al contenuto di antiossidanti, vitamine, acidi grassi ecc. (81, 82).  Nello stesso tempo esiste anche il rischio di insufficiente apporto di queste sostanze, come emerge da varie indagini condotte nella popolazione negli ultimi anni (83, 84, 85, 86, 87, 88). Per questo viene sottolineano l’importanza dell’integrazione mirata.  

Prima di tutto per colmare il frequente inadeguato apporto apporto di importanti fattori nutrizionali.

In secondo luogo per contrastare l’alta esposizione ai fattori di rischio interni ed esterni all’organismo, soprattutto in prossimità dei 40 anni d’età, ed oltre (75).

Tra le sostanze maggiormente soggette ad un’insufficiente apporto: l’acido folico, la vitamina B12 e la D. Oltre ai polifenoli (es.: resveratrolo, curcumina, quercitina), ed il coenzima Q10,  presenti in alimenti che non sono consumati in modo abituale, ed in quantità tali da assicurarne dosi attive (75, 89, 90, 91).    

Conclusioni

I processi ossido-infiammatori e la disfunzione mitocondriale si confermano obiettivi fondamentali per prevenire ed attenuare i meccanismi che accelerano l’invecchiamento dell’organismo.

Conservare e rigenerare l’integrità della pelle si dimostra un valido contributo per ridurre i danni sistemici derivanti dall’infiammazione cronica, prevenire il declino cognitivo e le malattie neurodegenerative, oltre ad attenuare i segni dell’invecchiamento cutaneo e sistemico.

La linea cosmeceutica ed i nutraceutici Mitofast® (75, 89) e Mitofast B12 (90, 91) dell’azienda Mitochon srl hanno anticipato da alcuni anni il vantaggio di rigenerare le funzioni dei mitocondri, ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo.

I concreti risultati clinici sono ulteriormente confermati da recenti studi condotti con le molecole di riferimento dei prodotti Mitochon srl, come il coenzima Q10, il resveratrolo, l’acido folico, la N-acetilcisteina, la vitamina B12.   

Nota 1

La pelle ha una superficie di circa 2 metri quadrati, un peso di circa 1/6 del totale corporeo, ed è composta da 3 strati principali: epidermide, derma, sottocutaneo. 

La pelle svolge un’azione protettiva dagli agenti esterni (es.: patogeni, come  batteri e virus), raggi ultravioletti (UV), sostanze chimiche, lesioni meccaniche.

Inoltre, contribuisce a conservare la temperatura corporea e l’equilibrio idrico, la sintesi di vitamina D, intercetta e combatte le infezioni, fornisce informazioni sensoriali al sistema nervoso. 

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