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Le conseguenze dell’ipertrofia prostatica

di Redazione Picenotime

venerdì 24 luglio 2020

Quando si verifica un aumento del volume benigno della prostata si ha a che fare con quella che in termini scientifici si definisce ipertrofia prostatica benigna. Questo problema non è un tumore, e spesso viene indicato con i nomi di ipertrofia prostatica o di iperplasia; fino a qualche tempo fa si parlava anche di adenoma prostatico, ma si trattava di una definizione impropria. Per conoscere più da vicino questo disturbo, però, è utile compiere un piccolo passo indietro e scoprire le caratteristiche della prostata.

Come è fatta la prostata

Nel momento in cui l’uretra prostatica, per effetto della spinta pressoria che viene determinata dalla contrazione della vescica, non si allarga a imbuto, lo svuotamento della vescica stessa viene disturbato da un ostacolo idraulico. La prostata non è altro che una ghiandola dell’apparato genitale che si trova in basso rispetto alla vescica e che ha la forma di una castagna. L’ipertrofia prostatica benigna determina un aumento del volume di una parte di questa ghiandola, che prende il nome di zona transizione e che si trova attorno alla parte prossimale dell’uretra prostatica, quella più vicina alla vescica. L’uretra è, in poche parole, il condotto attraverso il quale l’urina viene trasportata dalla vescica verso l’esterno: il suo primo tratto attraversa proprio la prostata. Quando si verifica l’aumento di volume dovuto all’ipertrofia prostatica, esso ha uno sviluppo a manicotto, con la lunghezza dell’uretra che aumenta. Essa, di conseguenza, non è più in grado di allargarsi a imbuto nel momento in cui, nel corso della minzione, la vescica si deve svuotare.

I sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna

L’ipertrofia è solo uno dei tanti problemi alla prostata che si possono riscontrare con il passare degli anni: anche se si tratta di un disturbo di natura benigna, è necessario non sottovalutarlo. L’ostacolo che impedisce lo svuotamento della vescica, per altro, non è direttamente correlato al volume dell’ipertrofia prostatica. Questo vuol dire che una prostata di piccole dimensioni può provocare un grande ostacolo mentre una prostata più grande può avere effetti minori. A incidere sono soprattutto le caratteristiche del tessuto, che in base alle circostanze può essere contraddistinto da un livello di rigidità più o meno elevato. La sintomatologia del disturbo comprende una difficoltà sempre più evidente a urinare. Come si è detto, lo svuotamento della vescica viene disturbato dall’ostacolo, che quindi compromette la minzione: in sostanza la vescica non riesca ad incrementare la forza che è necessaria per sconfiggere l’ostacolo.

Perché compare l’ipertrofia prostatica benigna

Questo disturbo è la naturale evoluzione dell’invecchiamento che incide sul tessuto prostatico e che riguarda tutti gli uomini. Proprio per questo motivo non si può indicare una vera e propria causa specifica, tenendo conto del fatto che la fisiologia della prostata è governata da una grande varietà di fattori, di carattere nutrizionale, biochimico e ormonale, che cambiano nel corso del tempo e che incidono sullo sviluppo dell’ipertrofia. Chi ne soffre ha la necessità di urinare con una certa frequenza e anche nel corso della notte avverte il bisogno di alzarsi per andare in bagno in più occasioni. Le caratteristiche con la quale si sviluppa l’ipertrofia prostatica benigna, dal punto di vista della progressione, del volume e della forma, variano da una persona all’altra. In linea di massima, però, i sintomi contemplano l’improvviso bisogno di urinare con una impellenza quasi irrefrenabile.

Che cosa succede se si trascurano i sintomi

Nel caso in cui i sintomi durino da lungo tempo, il problema può sfociare nella ritenzione di urina, che consiste nell’incapacità di urinare, o nell’incontinenza: in questo caso non si fa in tempo ad arrivare in bagno perché l’urgenza è troppo impellente. Ci può essere, così, la necessità di ricorrere a un catetere vescicale. Nelle persone che hanno problemi di ipertrofia prostatica benigna il getto di urina è intermittente, sottile e debole; in alcuni casi al termine della minzione si ha sgocciolamento e si avverte la sensazione che la vescica non sia ancora stata svuotata del tutto. Per definire le caratteristiche della prostata e stabilire l’entità del disturbo è indispensabile una visita urologica con esplorazione rettale. Eventuali complicanze correlate alla sottovalutazione dei sintomi possono essere rappresentate da insufficienza renale, dilatazione delle alte vie escretrici urinarie e diverticoli vescicali.


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