Stage Italia, Chiesa: “Sogno che si avvera”. El Shaarawy: “Tornato per restare”
di Redazione Picenotime
mercoledì 12 aprile 2017
Cresciuto nelle giovanili della Settignanese, a pochi passi da Firenze, nel 2007 Federico Chiesa è entrato a far parte della famiglia della Fiorentina e dieci anni dopo di quella della Nazionale. Passi da gigante, sulle orme di papà Enrico che a Coverciano è stato di casa e la maglia azzurra l’ha indossata per cinque anni. L’emozione per l’ultimo arrivato è più che giustificata: “Sono felice di questa chiamata – dichiara nell’ultimo giorno di stage – è stata una grande soddisfazione, una anche un’emozione enorme per me, per mio padre, per tutta la famiglia. Quando giocavo con la Settignanese, qui vicino, il mio sogno era la Fiorentina, ma guardavo Coverciano come un desiderio che si poteva realizzare in futuro. In questi giorni ho capito come si lavora e si sta in campo in Nazionale, torno alla Fiorentina con qualcosa in più a livello tattico e calcistico”.
In testa il giovane Chiesa ha più di un obiettivo. “Il primo – sottolinea – è l'Europeo Under 21, il secondo arrivare in Europa con la Fiorentina. Con Di Biagio ci siamo solo salutati, di sicuro devo continuare a dare il massimo. Ringrazio anche Sousa che in estate in tre giorni ha deciso del mio futuro in ritiro”. Ma non solo. “Qui al bar di Coverciano c'è la lista dei primatisti azzurri per gol e presenze: un giorno mi piacerebbe esserci. Antognoni? E' stato importante, ha avuto una grande storia in viola e in azzurro. Sarebbe bello dare quello cha ha dato lui per il calcio. So che ci sono state difficoltà fra tifosi della Fiorentina e Nazionale, anche se ancora non mi tocca, ma spero che questo mio dare il massimo aiuterà a migliorare questo rapporto in futuro”.
Dalla prima chiamata di Chiesa al ritorno nel gruppo di un calciatore che si affacciò in azzurro cinque anni fa. Si tratta di Stephan El Shaarawy, convocato da Prandelli per la partita amichevole contro l'Inghilterra nella quale esordì all'età di 19 anni, partecipando poi alla Confederations Cup nel 2013 e successivamente alla fase finale dell’Europeo in Francia. Tre reti e 20 presenze non gli impediscono di tradire una piccola emozione: “Questa convocazione – spiega - non posso che prenderla in maniera positiva. Tengo tantissimo alla Nazionale, ho fatto parte di questo gruppo fin dal 2012 e ho preso questa chiamata anche per guardare al futuro, mi è servita per conoscere il mister, il suo metodo di lavoro e in prospettiva di una eventuale prossima chiamata. Guardo al futuro, alle partite di giugno ed al Mondiale, tutto dipenderà da me. La Nazionale mi è mancata tantissimo, ne ho sempre fatto parte, dalla Confederation Cup all'Europeo, anche se non l'ho giocato. La Nazionale è qualcosa a cui tengo tanto perchè ti dà visibilità e poi perchè vestire la maglia azzurra è un motivo di grande orgoglio per me”.
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