Caso Francioni, svolta clamorosa: lo stadio “Martini” non è a norma
di Redazione Picenotime
martedì 03 giugno 2014
Continua a tenere banco il caso Francioni. La notizia che arriva dal tribunale di Macerata dove è in corso il processo che vede Gianluca Francioni, campione di getto del peso, chiamare in causa il gestore dello stadio "Martini" di Corridonia (Macerata) per un incidente sportivo capitato in quella struttura nel 2010 ha dell'incredibile: lo stadio "Martini" non è a norma!
Alla luce di quello che è emerso dall'ultima udienza di Maggio, la pista e le pedane di atletica leggera dell'Impianto Ippodromo "Martini" non sarebbero più omologate dal momento che l'ultima omologazione della Fidal (Federazione Italiana di atletica leggera) organo che controlla gli stadi di atletica italiani, è stata rilasciata nel lontano 1973.
Quanto vi è di plausibile e di veritiero? Procediamo con ordine, tenuto conto della delicatezza dell'accaduto, è una vicenda abbastanza complicata da una parte e dall'altra, di mezzo c'è un ex-campione di atletica leggera Gianluca Francioni che nel 2010 nel corso di un consueto allenamento presso lo Stadio "Martini" a causa di un presunto cedimento della pedana di lancio del peso dove si stava esercitando subiva la rottura del tendine rotuleo del ginocchio destro che gli causava lo stop dalle competizioni e un'invalidità superiore al 10%.
Francioni, che ha iniziato la sua carriera nel 1984 vestendo per ben cinque volte la maglia della nazionale italiana, ha stabilito il record italiano di getto del peso nel 1990 e nel 2009 ha conquistato il titolo di Campione Italiano.
Non vi è dubbio che tale nuovo sviluppo non farà altro che alimentare ulteriori polemiche tra chi sostiene che la colpa sia da attribuire all'imperizia dell'atleta e chi, invece, lotta nel sostenere che sia venuta meno la posizione di limpidezza di chi gestisce l'impianto "Martini", come afferma l'avvocato Giancarlo Nascimbeni di Macerata, legale del lanciatore Francioni.
Il campione ha parlato in merito alla vicenda e le sue parole – pesanti come macigni – sono arrivate dritte al problema: "Cado dalle nuvole, se avessi saputo che l'impianto non era omologato non mi sarei mai allenato in quella struttura. Pensate che in quell'impianto decine di ragazzi ancora si allenano tutti i giorni e che addirittura si organizzano competizioni di livello nazionale".
Come sempre accade in questi casi la giustizia farà il suo corso e la prossima udienza è fissata presso il tribunale di Macerata per il 24 Ottobre 2014.

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