Coronavirus, Grassani: “Ripresa allenamenti? Potrebbe essere utile un Passaporto Covid-19”
di Redazione Picenotime
domenica 26 aprile 2020
Dove finisce la responsabilità del medico sociale, del medico del lavoro e del club per quanto concerne la tutela sanitaria dei calciatori e di tutti il personale nel periodo degli allenamenti e della futura attività agonistica? Ha provato a rispondere a questo quesito l'avvocato Mattia Grassani, uno dei massimi esperti italiani di diritto sportivo.
"Questo è il vero casus belli - sottolinea Grassani sulle colonne odierne della Gazzetta dello Sport -. Partiamo col dire che i club sono sempre e comunque responsabili della corretta predisposizione degli strumenti di lavoro, nell'individuazione di idonei ambienti in cui svolgere la preparazione nonchè delle metodiche di allenamento del gruppo. Sarebbe, quindi, molto complicato riuscire a dimostrare l'assenza di responsabilità per Covid-19 in un eventuale giudizio. Allenatori, preparatori e medici devono usare la massima diligenza per evitare situazioni di pericolo ai lavoratori sportivi professionisti sottoposti alle direttive e solo grazie a questa, in caso di contagio, andranno esenti da colpe. Per i prestatori, infine, sarà sufficiente la prova di essersi attenuti alle disposizioni societarie e dello staff tecnico - ha aggiunto Grassani -. Il protocollo della Figc è una fonte giuridica? Non rappresenta un precetto normativo, non ha forza di legge per intenderci bensì di atto promulgato da una Federazione. In caso di evento dannoso, tuttavia, qualsiasi tribunale lo utilizzerebbe come parametro per valutare il corretto comportamento dei soggetti coinvolti. La soglia di attenzione delle società prima di ricominciare l'attività dovrà essere massima. Nel calcio l'idoneità prevista dal Decreto Ministeriale del 18 Febbraio 1982, di norma, vale per una stagione ma nulla impedisce, vista l'eccezionalità del momento e l'invasività del male, di sottoporre i componenti della prima squadra ad una moltitudine di accertamenti mirati alla valutazione delle condizioni dal singolo. Potrebbe, a questo proposito, risultare molto utile la creazione di un "Passaporto Covid-19", documento individuale sanitario, integrativo della scheda di cui al D.M. del 1982, sul quale annotare ogni indagine, comportamento, situazione e reazione ritenuti utili per combattere l'emergenza virus. Aiuterebbe i medici sociali, le autorità di controllo ed i diretti interessati".
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