Coronavirus, Castellacci: “Paradossale che la responsabilità venga data solamente al medico”
di Redazione Picenotime
lunedì 18 maggio 2020
"Si potrà giocare, cercando magari di rischiare il meno possibile. Per poter fare questo bisogna che finalmente vengano proposte quelle famose linee-guida di cui si parla ormai da mesi e che non escono mai fuori in maniera concreta. Devono essere linee guida che possono essere applicate, altrimenti sono solo carta-straccia. Finora sono stati fatti protocolli non applicabili. Aspettiamo con ansia questi protocolli". A dichiararlo a "Radio Anch'io lo sport" su Radio1 è Enrico Castellacci, storico medico della Nazionale azzurra ed attuale presidente della Libera Associazione Medici Italiani del Calcio (Lamica). "Sarebbe stato meglio, per portare avanti questo iter e senza burocratizzare, un tavolo solo, con membri del Governo, della Figc, della Federazione Medico-Sportiva e dell'Associazione Medici del Calcio. E' inconcepibile e paradossale che la responsabilità sia data solo al medico. Il medico, la responsabilità civile e penale, ce l'ha nel Dna professionale. I calciatori, che dovrebbero firmare un foglio in cui si attengono alle linee guida. Non è che il medico può controllare tutto. Ha ragione chi dice che non si possono costringere i calciatori ad un'ulteriore quarantena, bisognerà piuttosto responsabilizzarli, cercando di essere un pochino più flessibili ed entrando nella logica tedesca, non in quella della quarantena in caso di un Covid-19. Ricominciare il 13 Giugno? Penso si possa fare, ma solo se finalmente si prendono delle decisioni. E' indispensabile conoscere una data d'inizio per programmare gli allenamenti. Penso si possa ricominciare e me lo auguro. La circolare dell'Inail? Riguarda la responsabilità del datore di lavoro e non dei medici sociali, tale estensione è del tutto illegittima e fuorviante. Le circolari non possono cambiare e interpretare il codice civile e penale. C’è stata una forzatura, è stata un’illusione collettiva. Tutti gli strumenti diversi dalle norme di legge possono risolvere le questioni solo dal punto di vista mediatico, ma non da quello giuridico. Invieremo una lettera dei nostri legali al ministro Spadafora, a Gravina e a Malagò – ha proseguito Castellacci – Finora sono stati fatti protocolli non applicabili, tanto che c’è stata una ribellione di tutti gli addetti ai lavori. Si parla di ripartenza anche della B ma da quella categoria ho ricevuto lettere di due terzi dei medici che hanno minacciato le dimissioni. Due lo hanno già anche fatto”.
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