Venezia, Tacopina dopo retrocessione: “Non mi sento ancora in C, siamo disgustati ma non molliamo”
di Redazione Picenotime
lunedì 10 giugno 2019
Il presidente del Venezia Joe Tacopina non getta la spugna dopo la sconfitta ai rigori contro la Salernitana che ha sancito la retrocessione degli arancioneroverdi in Serie C. (CLICCA QUI PER CRONACA E TABELLINO)
“Non è facile parlare in questo momento, perché sto vivendo dei sentimenti contrastanti. Sono sicuramente molto arrabbiato e anche disgustato per quello che sta succedendo. Come tutti voi sapete, un mese fa ho ricevuto una lettera, un comunicato dal presidente della Lega di Serie B che diceva che il Venezia era salvo - ha dichiarato Tacopina nella sala stampa del "Penzo" a fine gara, come riporta Trivenetogoal.it -. Sono dieci anni che vivo il mondo del calcio italiano, lo amo, amo questo paese, le persone, questo sport; però è chiaro che è per motivi come questi se, oggi, ci sono delle persone che sono disgustate da quello che sta succedendo in Italia, in riferimento ovviamente anche agli investitori. Come vi ho ribadito più volte, ci avevano detto che eravamo salvi. Poi il Palermo è stato retrocesso, e poi qualcuno l’ha ributtato in mezzo, nonostante fosse evidente che avessero commesso illeciti importanti. E questo non è assolutamente possibile. E poi ci ha messo del suo quel genio del presidente della Lega di Serie B, che dice di essere un avvocato e se ne vanta, ma in realtà non conosce nemmeno i regolamenti della sua Lega, perché ha stabilito le date di questi playout praticamente scavalcando il suo stesso consiglio, quindi decidendo le date senza averlo convocato. E se torniamo indietro a mercoledì: noi siamo una delle società che si è battuta per avere il VAR sempre; ci mettono il VAR e poi succede quello che succede. Anche in questo caso, penso che sia stato un rigore abbastanza solare, ho rivisto più volte il video, ce l’ho qui sul mio telefono, se volete lo guardiamo insieme. E, per qualche ragione, l’arbitro non è andato a controllarlo. E poi, quando appunto metti delle regole, e queste non vengono rispettate, si tratta ovviamente di una cosa che dispiace molto e va a minare pesantemente la credibilità del calcio italiano. La squadra ha giocato alla grande, non posso rimproverare nulla ai ragazzi in merito a quello che ho visto oggi. Ma non dovevamo giocare oggi e soprattutto avremmo dovuto pareggiare e non arrivare al 2-1. Ma siamo qua. Noi siamo qui da quattro anni, abbiamo speso tanto per questo progetto in questi anni, lo stadio ha avuto una prima approvazione e siamo qui. Ma sono profondamente disgustato dalla serie B, da questo campionato. Se ho parlato con Lotito? Sì, lui la pensa come me, anche lui è arrabbiato per tutta questa situazione, quindi siamo sulla stessa barca, e penso che se avesse perso oggi, sarebbe ancora più arrabbiato, come lo sono io in questo momento. Noi non abbiamo ancora smesso di lottare, da questo punto di vista. Adesso io non mi considero ancora in Lega Pro, in questo preciso momento. Devono succedere ancora un sacco di cose, il Tar si deve, appunto, pronunciare, e poi, entro il 24 giugno, voglio vedere se il Palermo riuscirà ad iscriversi, con soldi veri. Ultras fuori dallo stadio? Io al posto loro sarei entrato, ma non sta a me dire se stanno ragionando in maniera giusta o sbagliata rispetto alla loro ottica. Ho visto che i tifosi della Salernitana comunque sono entrati. Per me si difende la squadra andando in curva”.
L'allenatore della Salernitana Leonardo Menichini ha così commentato la salvezza conquistata dalla sua squadra: “Adesso è facile dire che ci abbiamo creduto. Contro un ottimo Venezia era difficile giocare in inferiorità numerica. Durante l’intervallo ci siamo ricompattati. Micai stava male, ma poi Lotito nello spogliatoio lo ha convinto di non farsi sostituire. Minala ha pianto, però mi è stato detto il colpo c’è stato e che era giusta la decisione dell’arbitro. La nostra bravura è stata quella di rimanere in partita, e poi i rigori ci sono stati favorevoli. Difficile comunque dover giocare un playout dopo molti giorni. Entrambe le squadre non erano pronte e si è visto”.
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