Streghe: sono davvero esistite nelle Marche?

di Redazione Picenotime

mercoledì 14 luglio 2021

Come da tradizione, anche quest’anno si celebrerà nelle Marche la “Notte delle streghe e dei folletti”, la festa più caratteristica di Montalto delle Marche, uno dei borghi più tipici della provincia di Ascoli Piceno. Nonostante sia una festa pensata anche per i più piccoli, la protagoniste dell’evento saranno le streghe, che accoglieranno i visitatori all’ingresso per allontanare la paura che spesso suscitano queste figure. Che una festa marchigiana sia dedicata alle streghe non è una casualità: il tema della stregoneria, infatti, è sempre stato molto vivo nella regione, tanto da aver spinto studiose e studiosi ad approfondire il tema per risalire alle origini di molte delle credenze popolari a riguardo, sia in Italia che nelle Marche nello specifico.

Streghe e stregoneria in Italia: come se ne parla

FONTE: Pixabay.com

Sulle streghe si è raccontato davvero di tutto: che fossero serve del demonio, che sapessero scagliare maledizioni e sortilegi, che avessero addirittura il potere di provocare la morte di qualcuno o, nel migliore dei casi, un evento spiacevole. Anche dal punto di vista della rappresentazione fisica, le streghe sono state sempre raffigurate come donne anziane e spaventose, con indosso un lungo abito nero, ingobbite e dietro a un calderone, intente a preparare i loro intrugli. Si tratta della rappresentazione tipica della strega di Biancaneve, una figura che risponde perfettamente a quelle che sono le idee più comuni che balzano alla mente quando si pensa a una donna identificata come strega. Al di là dei film di animazione, anche nei giochi ritorna spesso questo tipo di raffigurazione, anche se non è raro trovarne una versione in parte diversa, ovvero quella della strega giovane e attraente. A rispondere a questa descrizione è, ad esempio, la protagonista di “Lucky Witch”, una delle slot machine di Microgaming, tra i principali provider di titoli legati al settore del gioco d’azzardo. Nel gioco, infatti, ad apparire in primo piano è una giovane strega dai capelli rossi a cavallo di una scopa, con una bacchetta magica in mano e un cappello tipico da strega. Nonostante la rappresentazione non sia quella cui si è abituati, non mancano all’interno del gioco simboli solitamente legati all’immaginario delle streghe, come il gatto nero e il calderone con le pozioni. Anche nel videogame “Bayonetta” di Platinum Games troviamo una strega più simile a quest’ultima: come riportato in un articolo di Nova gulp, tra l’altro, il videogioco giapponese avrebbe anche vinto un premio nel 2010 come uno dei quattro migliori titoli con una strega come protagonista.

Marche e stregoneria


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Pur essendo nota in tutta Italia, l’immagine delle streghe ha un legame particolare con le Marche, sebbene nella regione non ci siano mai stati episodi di roghi nel cosiddetto periodo della caccia alle streghe. Un po’ come nel resto del Paese, tutte coloro che erano additate come streghe non erano altro che donne fuori dagli stereotipi e da quella che era considerata la morale comune. Ad essere chiamate streghe, quindi, erano le donne indipendenti, che non sottostavano all’autorità del padre o del marito, o ancora donne sole, ai margini della società e senza una famiglia alle spalle che potesse proteggerle. In altri casi, infine, a essere accusate di stregoneria erano donne la cui unica “colpa” era quella di essere esperte di erboristeria e di piante medicinali. Maddalena, ad esempio, una donna accusata di stregoneria nella zona di Arquata del Tronto nel 1573, era considerata una strega solo perché solita vagabondare e viaggiare spesso, mentre molte altre donne erano ritenute delle streghe perché esperte di antiche tradizioni. Più che come streghe, queste donne erano conosciute nelle Marche come “sibille”, delle figure dalle doti divinatorie e profondamente legate alle tradizioni dei monti marchigiani. Erano donne profondamente esperte di rimedi naturali, ma la loro autorità era contrastata dal tipo di società patriarcale in cui vivevano, che le additava come donne meschine e pericolose, da tenere alla larga.

È un bene, quindi, che la figura delle streghe cominci a essere vista in un’accezione meno negativa di quella cui siamo abituati: quella di donne comuni, con doti particolari o magiche, di cui non c’è bisogno di avere necessariamente paura, un po’ come nella “Notte delle streghe e dei folletti” che si celebra a Montalto delle Marche ogni agosto.


FONTE: Pixabay.com

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