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Serie A, prendi esempio (e sponsor) dalla Premier

di Redazione Picenotime

mercoledì 23 marzo 2016

Il campionato italiano soffre mercati poco validi e penuria di top player. La lezione arriva dall'estero, dove gli acquisti migliori arrivano da introiti da main sponsor da capogiro.

Il Manchester City pareggia in casa contro la Dynamo Kiev e accede ai quarti di finale. La Juventus pareggia all'Allianz Arena e saluta la Champions League. Una beffa doppia per i bianconeri, che avrebbero potuto essere tranquillamente allo Stadium a giocarsi l'ingresso tra i migliori otto d'Europa contro una formazione modesta. Invece no, e Muller ha punito. Ha punito un girone di alti e bassi che ha portato al secondo posto, un mercato di rifondazione ma soprattutto una lacuna (grave) sotto la voce sponsor.

La Premier League è probabilmente il campionato più combattuto del mondo. L'unico in grado di offrire ogni anno almeno sei formazioni al top, più qualche sorpresa occasionale in stile Leicester. Forse per questo ha maggiore appeal con gli sponsor, o forse per una maggiore capacità di marketing. Il Manchester City mai arrivato in semi finale in Champions League riceve da Etihad 20 milioni di sterline a stagione, e lo farà fino al 2021. Una cifra da capogiro in quasi tutto il mondo, non in Inghilterra, dove addirittura i citizens sono al quinto posto. I cugini dello United prendono più di due volte e mezzo tanto, 53 milioni di sterline da Chevrolet. Anche loro fino al 2021, ricoperti d'oro per almeno altri cinque anni. Non sono da meno Chelsea (40 mln da Yokohama), Arsenal (30 da Fly Emirates) e Liverpool (25 da Standard Chartered), tutte fuori dai quarti di Champions e tutte lontane da una finale della massima competizione europea da anni. Dai tempi di Di Matteo per i Blues, da quelli di Henry e Atene 2007 per Gunners e Reds. Dati che non hanno allontanato gli sponsor, anzi molto coraggiosi negli investimenti per i club britannici. Anche per il campionato scozzese, dove i Rangers hanno ottenuto una partnership importante dal casinò online di 32Red, noto per aver affiancato il proprio nome anche a Bologna e Swansea in passato.

Tutt'altra musica invece per la Serie A, dove la Juventus incassa 17 milioni di euro a stagione da Jeep e un altro assegno milionario da parte di Bwin. Qualcosa meno del Tottenham, che non ha mai visto una finale di Champions. Come il Milan, che affronta crescenti difficoltà da diverse stagioni. Non è normale per una società sulla cresta dell'onda, cinque volte consecutive campione d'Italia e vice campione d'Europa in carica, guadagnare quanto una concorrente in crescente calo nell'ultimo decennio, dalla vittoria greca alla qualificazione europea mancata per due anni di fila. Non è normale per una società essere sbeffeggiata da Draxler, che preferisce il Wolfsburg (che è ai quarti, per carità) a un club con la storia dei bianconeri. Per questioni economiche di sicuro, perché nel prestigio non esiste confronto. Non è normale che la Serie A rimanga così indietro negli accordi con il main sponsor rispetto alla Premier League. Altrimenti sarà normale vedere gli inglesi passare ai quarti e le italiane salutare l'Europa a marzo. Un'eliminazione decisa con i contratti firmati a giugno, prima che dal gol di Muller e dalle sberle dello Sparta Praga all'Olimpico.


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