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Tavecchio: “Rinascita calcio passa per stadi, riforme e dirigenti all'altezza”

di Redazione Picenotime

venerdì 21 ottobre 2016

Le nuove frontiere della sport industry, la governance del sistema sportivo italiano e le criticità dell’impiantistica: sono questi alcuni dei temi affrontati ieri al Forum Sport e Business che si è tenuto presso la sede del ‘Sole 24 Ore’ a Milano.

Per la FIGC sono intervenuti il Presidente federale Carlo Tavecchio e il Direttore Generale Michele Uva. “La riforma del mondo del calcio – ha dichiarato il numero uno della Federcalcio nella tavola rotonda sullo stato dell’arte del sistema sportivo italiano - non deve essere un discorso tecnocratico legato ai numeri. Dobbiamo cambiare, come hanno già fatto alcune leghe, creando una sorta di rating per le squadre. Se hai certe caratteristiche puoi giocare in Serie A, altrimenti giochi in altre serie. Bisogna investire sulla qualità per far crescere il mercato”.

E’ poi fondamentale migliorare la situazione dell’impiantistica sportiva: “Nel 2012 – ha ricordato Tavecchio - in occasione della candidatura per gli Europei di calcio, avremmo potuto ristrutturare numerosi stadi. Non ci hanno assegnato il torneo e abbiamo perso una grossa opportunità di ricostruire il sistema. L'asset stadio è determinante per la crescita del movimento. Oggi in Italia abbiamo solo tre stadi a 4 stelle, la Germania ne ha 21, l'Inghilterra 15, la Francia 12. Per riportare il nostro calcio al livello dei competitori europei ci vogliono stadi, una classe dirigente all'altezza e delle riforme".

Ieri il Presidente federale ha firmato a Mosca una convenzione con la federcalcio Russa, la 17ª convenzione internazionale in atto per la FIGC in attesa di rinnovare un’altra collaborazione con la federcalcio cinese (CFA) a Pechino. "Abbiamo cercato di uscire dal guscio. La Russia – ha sottolineato Tavecchio - è un impero, ha sete di calcio. Noi abbiamo qualità importanti, a livello di allenatori, dirigenti e organizzazione da esportare. Lo stesso discorso lo stiamo facendo con la Cina, paese in cui andrò tra meno di un mese, dove apriremo questa fonte di conoscenza e rapporti che saranno forieri di investimenti. Abbiamo bisogno di essere in competizione con Inghilterra, Francia, Germania su questi argomenti".

Nel pomeriggio il Direttore generale della FIGC Michele Uva ha partecipato ad una tavola rotonda sul tema del Financial Fair Play: “Con gli impianti e un pizzico di internazionalizzazione – ha dichiarato il Dg - si può recuperare fatturato. Nel fair play finanziario la chiave non è solo diminuire i costi, ma aumentare i ricavi. Guardare avanti è indispensabile, bisogna aprirsi all'innovazione senza dimenticare che dobbiamo fare calcio”.

La FIGC sta continuando ad investire sulle nazionali, sui giovani e sul calcio femminile, ma spetta alle società il compito di diventare sostenibili: “Come Federazione abbiamo introdotto degli indicatori di sostenibilità e dal 2018/19 saranno integrati dal nostro Fair Play finanziario, che è la versione evoluta di quello UEFA, ma il resto tocca alle società. Devono prendere esempio dai tre casi virtuosi italiani, comprendere che la strada è quella di investire sui giovani, su stadi sostenibili, evitando gigantismi, e andare alla ricerca di risorse. Quando parlo di internazionalizzazione intendo andare a vendere i diritti tv e i nostri format nel mondo, cercare commercialmente nuove opportunità”.

 

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